sabato, 4 Maggio 2024

“Nella vita della maggior parte della gente non c’è molta suspense, pensò, fissando il giardinetto attraverso la porta a vetri della cucina. Riflettendoci, di solito sappiamo già come andranno le cose, quale avvenimento porterà a un altro, che si tratti di un film o della nostra esistenza, Amber si era rifatta una vita, prima in Florida, poi a New Orleans, eppure non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stata quella vecchia se non avesse deragliato. Era strano? A lei non sembrava strano. Aveva il diritto di sapere che cosa si era persa, anche se avesse significato rischiare di perdere di nuovo tutto.”

Amber Glass, splendida trentenne, è la titolare di una galleria d’arte a Baltimora, città nella quale è tornata dopo oltre vent’anni. Quel periodo l’ha usato per mettere una distanza abissale a quel che era accaduto nel 1997, quando un evento devastante la portò al centro della cronaca e delle malelingue. Nell’immaginario collettivo, Amber era identificata come la ragazza che avrebbe ucciso il suo bambino la notte del ballo di fine anno dopo che il suo fidanzato, Joe Simpson, aveva deciso di abbandonarla per raggiungere la ragazza di cui era davvero innamorato. Siamo nel 2020 quando ha ricevuto una cospicua eredità dai genitori che le ha permesso di realizzare il sogno di aprire una galleria d’arte. Lei non ha mai dimenticato Joe, ne ha seguito e spiato la vita sui social, scoprendo che fa l’agente immobiliare e si è sposato con un chirurgo estetico. E un giorno accade proprio ciò che lei ha sempre desiderato: Joe entra, ignaro, nella galleria di Amber.

La ragazza del ballo (Bollati Boringhieri, traduzione di Benedetta Gallo) di Laura Lippman è un accattivante trattato di descrizioni psicologiche. I protagonisti hanno tanto sfumature, impossibile inserirli in categorie, non ci sono “buoni” o “cattivi” ma pagina dopo pagina si scoprono gli altarini, gli scheletri negli armadi di ciascuno. Perché se per tutti, fin dalle prime pagine, è chiaro che sia Amber la madre snaturata, a poco a poco ci si rende conto che nessuno è ciò che davvero sembra.

Se, rivedendo Joe, Amber ne è irrimediabilmente attratta, si intuisce che anche Joe, marito specchiato (almeno sulle prime…) non può fare a meno di lei. Procedendo su due piani temporali, il 1997 e il 2020 con l’inevitabile irruzione del Covid, viviamo la pericolosa e rinnovata complicità di Amber e Joe fin quando i due oltrepassano un limite che non avrebbero dovuto oltrepassare. Fin quando Joe chiede ad Amber di aiutarlo in qualcosa d’impensabile…

La Lippman è una fuoriclasse, le sue trame originali si intrecciano a uno stile pieno di ritmo, mozzafiato. Le parole di Gillian Flynn, autrice di L’amore bugiardo rendono bene la cifra stilistica di questo romanzo: “Ogni volta che Laura Lippman scrive un romanzo mi emoziono, perché so che mi metterò ancora una volta nelle mani di una maestra del thriller”.

L’autrice, considerata tra le migliori crime novelist degli ultimi anni, ha vinto numerosi premi dedicati ai suoi romanzi gialli e polizieschi, tra cui l’Edgar Award, l’Anthony Award, l’Agatha Award, il Nero Wolfe Award. Lippman è apparsa in una scena del primo episodio dell’ultima stagione di The Wire come reporter impiegata al «Baltimore Sun», ruolo da lei effettivamente svolto nella vita reale per oltre vent’anni, prima di lasciare il giornalismo per la narrativa. Per Bollati Boringhieri ha pubblicato La donna del lago (2021 e 2022) e La ragazza dei sogni (2022). Vive a Baltimora e ama scrivere nel caffè del suo quartiere, Spoons.

Rossella Montemurro

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