venerdì, 26 Aprile 2024

“Certi pensieri riesci a farli solo quando scopri di bruciare e avverti l’odore delle fiamme e del fumo, e senti il crepitio del fuoco che non scalda più solo le piante dei piedi, ma sta invadendo i tuoi vestiti, scoppietta sui tuoi capelli, ha attecchito dentro, nelle tue viscere, nel tuo cuore, nei tuoi polmoni e tu, anche se sei ostinata a non sentire la corruzione della carne che ti sta mangiando, senti il dolore tagliente delle prime scottature. Che all’inizio sono circoscritte, ma poi invadono il tuo corpo.” 

Da vittima a carnefice in un battito di ciglia. Da ragazza remissiva, frustrata, dipendente dalla PNL (la Programmazione Neurolinguistica) per interagire con gli altri ad aguzzina spietata, feroce. Ha un impatto devastante per il lettore la trasformazione di Elisabetta, avvocato in un piccolo studio associato (segue cause di separazioni, spaccio, affitti non pagati) che nella vita sembra aver scelto posizioni quasi defilate, assecondando un costante lasciarsi trasportare dalla corrente piuttosto che imporre la propria volontà, seguire i propri desideri. È lei la voce narrante del romanzo La lezione (Mondadori) di Marco Franzoso, una voce che in certe pagine giunge affilata come un coltello, perversa e cattiva. Ed è spiazzante pensare alla Elisabetta che incontriamo nelle prime pagine, oberata di lavoro e insoddisfatta, alla ricerca nel privato di punti fermi quando invece il rapporto con il fidanzato Daniele sembra vacillare, le amicizie si sfilacciano e lei, da figlia, deve anche pensare al padre vedovo e fragile. A destabilizzarla ulteriormente ci pensa un suo ex assistito, che da qualche giorno la segue, Angelo Walder – condannato per violenza e abuso. Ha scontato il carcere e ora, come aveva promesso, è tornato a cercarla. Lei prova a parlarne con Daniele e con Cristiano, un suo amico poliziotto ma entrambi è come se minimizzassero la situazione finché una sera Elisabetta si ritrova Walder in casa e, in modo del tutto inaspettato, reagisce. Per salvarsi e anticipare un’aggressione che ritiene ormai certa, diventa una donna sadica, senza scrupoli. Sequestra Walder e lui inizia a fare pena – nonostante ciò che ha commesso in passato –, vulnerabile e indifeso nelle sue mani e sotto i suoi strumenti di tortura. E se Walder è il fattore scatenante del “riscatto” di Elisabetta, a poco a poco seguono altri piccoli successi: mette in riga Daniele, si fa rispettare sul lavoro, acquisisce una sicurezza marcata.

È un forte senso di inquietudine a pervadere questo romanzo originale, molto introspettivo, dal ritmo serrato e dalla trama potente. Colpisce l’abilità narrativa di Franzoso che ha delineato un personaggio femminile a tutto tondo, in grado di una metamorfosi complessa che ha esasperato la parte “folle” e peggiore che si nasconde in ciascuno di noi.

“Mentre uscivo ho dato un’ultima occhiata ai due ragazzi. Le mani intrecciate. Sembravano impacciati. Ho invidiato il loro imbarazzo. C’era della verità, lì dentro. Forse, a ben guardare, è proprio quell’imbarazzo, l’amore. Qualcosa da cui, però, giorno dopo giorno senti il dovere di difenderti. E alla fine l’amore non lo senti più, e arriva la paura.”

Marco Franzoso è nato nel 1965. Da alcuni suoi romanzi (Tu non sai cos’è l’amore e Westwood dee-jay) sono stati realizzati spettacoli teatrali. Da Il bambino indaco (Einaudi, 2012) è stato tratto il film di Saverio Costanzo Hungry Hearts, interpretato da Alba Rohrwacher e Adam Driver (entrambi premiati con la Coppa Volpi al Festival di Venezia del 2014). L’innocente è uscito per Mondadori nel 2018 e ha vinto il premio Mondello. Nel 2020 è stato pubblicato, sempre per Mondadori, Le parole lo sanno.

Rossella Montemurro

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