Grande la soddisfazione della Lucana Film Commission ancora una volta accanto a una produzione cinematografica e in prima linea per la promozione della Basilicata. In questo caso parliamo dei territori della Val d’Agri dove, per diverse settimane, sono state girate le...
Si scrive “Mu.Dea.m” e si legge Museo demoetnoantropologico. È terminato da qualche giorno, il delicato restauro conservativo di un pezzo di storia dell’antica civiltà contadina e artigiana materana, nel cuore dei Sassi al rione Casalnuovo. Oltre sette milioni di euro investiti per 42 locali incastonati nel tufo, distribuiti su cinque livelli per oltre 2.000 metri quadri complessivi. Vasche e canali antichi esterni per le attività artigiane delle concerie, un antico “ciddaro”, e poi all’interno un forno, un filatoio, attrezzi da lavoro antichi, stoviglie in creta, vasi, la chiesa di San Simeone con le sue suggestioni di ombre e luci, e persino una piccola necropoli con un ossario catalogato e custodito. In primavera è prevista la consegna del museo all’Amministrazione comunale, quindi Ieri (19 febbraio) il sindaco Domenico Bennardi ha effettuato un sopralluogo con l’assessore ai Sassi, Lucia Gaudiano, ed i tecnici del Comune. A guidare gli amministratori nel dedalo dei suggestivi incavi di tufo, l’architetto materano Sergio Lamacchia Acito, direttore dei lavori di restauro per il committente Invitalia. «C’è grande emozione per questo ennesimo importante cantiere portato a termine. -ha commentato Bennardi- Questo museo diffuso e tanto atteso dalla città, diverrà presto un nuovo affascinante luogo di attrazione turistica, dove si potranno conoscere e toccare con mano gli oggetti della nostra civiltà contadina e artigiana, conoscere la cultura antropologica di Matera. Abbiamo recuperato un’intera zona dei Sassi abbandonata per oltre 70 anni, con un carattere meno legato all’esigenza d’uso commerciale, mantenendo un profilo di autenticità. Quindi chiusure e trattamenti interni sono stati improntati al recupero conservativo e filologico, grazie anche alla collaborazione con la soprintendenza. Un luogo tra i più suggestivi della città, recuperato anche con un’attenzione particolare all’accessibilità, aggirando molte barriere architettoniche per le persone con diversa abilità, la cui mobilità tra i cinque livelli sarà consentita da ascensori interni». Appello al senso di responsabilità collettiva dall’assessore Gaudiano: «Ogni cittadino materano deve essere consapevole del grande sforzo fatto con soldi pubblici per arrivare a questo recupero, quindi deve essere anche lui custode di questi spazi. Ci auguriamo che tutte le associazioni di categoria con cui ci confrontiamo, si facciano portavoce di questo principio, per non disperdere questo sforzo». Bennardi ha poi precisato che: «Sulla gestione ci stiamo confrontando anche con il ministero, dobbiamo essere ambiziosi perché si tratta di un bene molto particolare e complicato da curare. Immaginiamo anche una gestione temporanea, in vista di un aggiornamento del piano economico e finanziario. Dialoghiamo anche con il direttore dei Musei nazionali, Massimo Osanna, per capire quale sia la migliore formula da adottare». Nel Mu.Dea.m. ci sono sale multimediali, servizi igienici eleganti e fruibili ai diversabili, spazi espositivi con oggetti antichi e altri vuoti e disponibili. «Sono spazi in divenire -ha concluso il sindaco- nei quali tutti i cittadini possono dare un contributo, fornendo al Comitato tecnico-scientifico del museo o all’Amministrazione comunale, strumenti antichi e di pregio da esporre per aumentare e qualificare l’offerta di questo presidio culturale, che è un bene di tutti. Ringrazio gli assessori che si sono impegnati a seguire i lavori, e tutti i consiglieri comunali che hanno voluto dare un contributo».