sabato, 27 Luglio 2024

La società civile, per poter funzionare, fonda la sua esistenza su regole condivise che devono essere rispettate da tutti.

Fondamentali per la convivenza civile e per la buona riuscita di ogni attività, le regole si imparano sin da piccoli in famiglia.

Anche nel gioco esse sono necessarie: immaginate una partita di calcio senza regole, si ridurrebbe ad una zuffa pericolosa tra i giocatori.

Le regole, quindi contribuiscono alla sicurezza, alla libertà e al benessere di ogni persona.

Questo significa che senza regole il mondo cadrebbe nel caos generale.

Le regole sociali dipendono dalla crescita civile di un popolo e sono diverse a seconda delle culture e delle tradizioni.

Avete mai riflettuto che anche gli istituti scolastici, pur nell’ambito delle regole generali previste dall’ordinamento scolastico nazionale, declinano ciascuno le proprie regole in modo diversi da altre scuole.

Ci sono però valori universali riconosciuti che sono a fondamento di ogni società civile.

Da essi scaturiscono regole universali che devono essere rispettate da tutti, e questo a prescindere dalle tradizioni culturali.

Come ad esempio il rispetto alla vita e della dignità umana.

Infatti ogni società indica ai suoi cittadini una serie di diritti e una serie di doveri.

La società civile si basa su regole che gli uomini si sono dati per organizzare e far funzionare al meglio la loro vita comune.

È importante comprendere che dietro ad ogni norma, talvolta sentita come imposizione fastidiosa, si nasconde la grande opportunità di stare bene con se stessi e con gli altri e, soprattutto, la possibilità di poter esercitare e vedere tutelata la propria libertà.

A fondamento del vivere comune e delle leggi di molti popoli ci sono anche e soprattutto “I Dieci Comandamenti”.

Essi provengono direttamente da Dio e sono finalizzati al bene di tutta l’umanità.

Quelli che, più degli altri, hanno avuto un forte impatto sociale sono: “Onora il padre e la madre, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza”.

Tuttavia, non bisogna dimenticare che le regole sono stabilite per il bene dell’uomo: sono a servizio dell’uomo e della comunità in cui vive.

Questo significa che le regole sociali vanno proposte senza moralismo, cioè senza imporre agli altri ciò che noi non riusciamo o non vogliamo fare.

Purtroppo, però, la storia insegna che quando Dio viene tolto dall’orizzonte civile, nascono regole inique.

Pensate ai regimi totalitari, le cui leggi non sono pensate a favore dell’uomo e della comunità, ma in funzione del tiranno e della ideologia dominante.

Per questo motivo i Comandamenti sono preceduti da: “Io sono il Signore, tuo Dio, non avrai altri idoli”.

Nicola Incampo
Responsabile Regionale per l’IRC e la Pastorale Scolastica della Conferenza Episcopale di Basilicata

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