giovedì, 28 Marzo 2024

In queste vacanze natalizie ho  riletto il libro Marcello Candia. Un manager a servizio dei più poveri di Piero Gheddo (1994).

Marcello Candia era un industriale che vendette tutte le sue proprietà e andò a vivere fra i poveri e i lebbrosi dell’Amazzonia.

La biografia dice che veniva tutti gli anni a Milano, in prossimità del Natale, per chiedere aiuti per varie opere di carità come lebbrosari, scuole per infermieri, un piccolo Cottolengo…

Una volta chiese a tutti di pregare perchè il giorno dopo doveva andare a visitare un industriale di attrezzature sanitarie per comperare gli strumenti necessari alla camera operatoria dell’ospedale che stava costruendo a Macapà.

Inoltre aveva fatto varie telefonate a conventi di clausura di Milano, che lui aiutava, per chiedere una preghiera.

Diceva che non poteva spendere per comprare quella sala operatoria, sperava che gliel’avrebbero regalata.

Una persone gli chiesa come era andato l’incontro con l’industriale e lui rispose: “Bene, adesso vado in cappella a ringraziare il Signore”.

Durante il pranzo tutti si avvicinarono per chiedere com’era andata, cioè se gli avevano regalato la camera operatoria.

“No, ho dovuto pagarla interamente. Non mi hanno fatto neanche lo sconto.”

“Ma come, mi avevi detto che era andato tutto bene.”

“Sì – rispose Marcello – perché il Signore mi ha chiuso una strada, me ne aprirà un’altra”.

Ho voluto raccontarvi questo episodio per dire che la santità non significa impeccabilità, ma donazione totale della vita a Dio e al prossimo: santità significa combattere il proprio egoismo ed essere disponibili alle necessità del prossimo, specie il più lontano e ripugnante.

La storia ci dice che Marcello Candia nel 1966 andò a visitare il lebbrosario di Marituba: un villaggio protetto dalla polizia, in cui vivevano un migliaio di lebbrosi che non potevano uscire.

Quel lebbrosario il mondo lo chiamava “L’anticamera dell’inferno” per la sporcizia, l’abbandono, l’isolamento dei lebbrosi.

Ebbene immaginate che Marcello Candia andò ad abitare proprio lì.

Successivamente vi portò delle suore infermiere e portò ai lebbrosi attrezzi di lavoro e di artigianato.

Pensate che oggi quel villaggio non si chiama più “L’anticamera dell’inferno”, ma “Il villaggio della pace”.

Per concludere vi ricordo che quel villaggio fu visitato anche dal Grande Papa, Giovanni Paolo II, quando l’otto luglio 1980 andò in Brasile.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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