lunedì, 6 Maggio 2024

Finalmente ho ripreso i miei incontri con i fratelli carcerati e ho iniziato proprio la settimana tra la fine dell’anno liturgico, domenica di Cristo Re, e l’inizio del nuovo anno, prima domenica di Avvento.

Precisamente prima della domenica dell’attesa.

Mai come questa volta si son presentati all’incontro in tanti, infatti l’incontro lo tenuto in chiesa.

Ho chiesto a tutti di spiegare bene il significato della parola “Attesa”.

Tutti, dico proprio tutti, hanno “spiegato” il significato.

Alcuni hanno risposto: aspettare

Altri hanno risposto: Grazia

Altri: Miracolo

Altri: Gioia

Altri …

E uno ha risposto: “L’attesa è lo stato d’animo di chi attende il realizzarsi di qualcosa conforme alle proprie speranze”.

Allora ho diviso il gruppo in due sottogruppi, uno difronte all’altro e ho detto loro: “Ora faremo un bel gioco. Dirò al primo gruppo di mimare una situazione. Mimare, cioè senza parlare. E l’altro gruppo proverà ad individuare la situazione.”

Ho detto al primo gruppo la situazione da mimare.

“Alcuni stavano continuamente a guardare l’orologio.

Un altro stava continuamente ad affasciarsi alla porta.

Altri si affacciavano alla finestra.

Tutti però erano preoccupati.

E continuavano a mimare la scena.”

L’altro gruppo, dopo essersi consultati fra di loro, dette la risposta: “Una famiglia che aspetta che ritorna il figlio”.

E scattò un applauso di approvazione.

Poi invertii la situazione.

Il secondo gruppo doveva mimare mentre il primo doveva interpretare.

Detti al secondo gruppo la situazione da mimare.

“Tutti arrivarono sereni, e si sedettero.

Parlavano tra loro serenamente.

Alcuni sembravano camerieri, che li facevano accomodare.

Altri che prendevano le loro ordinazioni.

Altri mimavano di dipingersi le labbra.

Altri di truccarsi.

Altri di pettinarsi.

Altri di guardarsi allo specchio”

L’altro gruppo, dopo essersi consultati fra di loro, dette la risposta: “Fidanzati che aspettano in pizzeria le loro fidanzate.”

Naturalmente scattò pure qui l’applauso.

Poi lessi una pagina del Vangelo di Marco

“State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.  È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.  Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati.  Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».

Nicola Incampo

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