venerdì, 26 Aprile 2024

Ci sarà anche il poeta Alessandro Matteucci tra gli autori presentati durante “Il Federiciano”. Il più importante festival poetico calabrese, giunto all’undicesima edizione, sostenuto dal Comune di Rocca Imperiale e dalla Regione Calabria, quest’anno si svolgerà dal 27 luglio al 4 agosto 2019, con tanti eventi gratuiti di poesia, musica, teatro e spettacolo, tra cui rientra l’appuntamento poetico con Matteucci per la presentazione al pubblico della sua raccolta di poesie “Passi nell’anima”.

Il libro è «di fatto una raccolta dei testi che amo di più, fra quelli già pubblicati con Aletti nel precedente e più compendioso volume “Guerramore”, con l’aggiunta di alcuni miei nuovi testi inediti – ha commentato l’Autore milanese, appassionato d’arte già da piccolissimo, sollecitato dall’ambiente familiare favorevole. Nato nel 1970, da madre fiorentina, contessa di una famiglia dalle origini germaniche (i Von Raspen, di cui resta in Italia il Palazzo Rasponi a Ravenna), e da padre umbro con origini ispaniche, Matteucci già a 12 anni è intenzionato a intraprendere il cammino artistico come pittore o scultore (dopo aver vinto un concorso di disegno). Ha scelto però, una volta adulto,  una professione più sicura e concreta (fa il notaio a Carrara, centro mondiale del marmo), pur continuando a dedicarsi alle proprie passioni per il disegno, la scultura, la pittura e soprattutto la poesia; un’arte irrinunciabile.

«Per me, la poesia è l’arte di fare inciampare le anime nel bello imprevisto – continua Matteucci -. Perciò, credo che non sia poeta chiunque scriva in versi, bensì solo coloro che sappiano governare l’abilità di infondere il senso del sublime mediante l’orchestrato suono delle parole; come sa fare l’ottimo marinaio quando governa la propria imbarcazione fra le onde, facendo apparire facile il difficile».

Possiede la qualità dell’umiltà, Matteucci, e riferendosi ai propri scritti afferma: «Solo la Storia potrà dire se fu vera poesia la mia, in ogni caso, credo di aver sempre ammirato gli artisti della parola e di aver tentato fin da bambino di giocare a parole con l’animo mio e altrui. Tuttavia, solo intorno ai vent’anni mi decisi di lasciare su un foglio bianco il primo esperimento di parole orchestrate in ordine non prosaico. Fu per un amore finito. Col tempo, poi, ho imparato a non confondere l’Amore con gli innamoramenti, l’Intelligenza con le astuzie, i Valori con le utilità e la Responsabilità con i poteri». Consapevolezze che ha riversato nei suoi componimenti, come in questi versi dove emerge una suggestiva immagine del “falso poeta”: «Guardati dal poeta/ abile nell’uso/ di immagini e colori pungenti,/ capace di confondere/ un prato col mare,/ il falso col vero,/ giocando con le menti/ vogliose di vedere/ vita ed un dio/ dove non è… » e che ora saranno divulgate tra i tanti frequentatori che animeranno il borgo calabrese di Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza, conosciuto come “Il Paese della Poesia” per le poesie in ceramica affisse alle facciate delle abitazioni. Anche quest’anno sono previsti numerosissimi frequentatori, che alloggeranno nei B&B della cittadina, nelle casette private del centro storico e della Marina ma anche nei paesi limitrofi della Calabria e della Basilicata (in particolare tra Nova Siri, Policoro e Scanzano), essendo Rocca Imperiale una cittadina troppo piccola per poterli ospitare tutti.

Per l’edizione 2019, interverranno tante personalità del mondo poetico italiano e internazionale, che terranno durante il festival due masterclass sulla scrittura in musica e poesia: Giuseppe Aletti, Franco Arminio, Francesco Gazzè (autore dei testi del fratello Max Gazzè), Davide Rondoni, il poeta georgiano candidato al Premio Nobel Dato Magradze, l’attore, autore e regista teatrale Alessandro Quasimodo (figlio del poeta Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura), l’intellettuale libanese Hafez Haidar (candidato al Premio Nobel per la Pace), il più importante poeta egiziano vivente Ahmad Al-Shahawy, il poeta della musica italiana Mogol,  in compagnia del cantautore Gianmarco Carroccia, il giornalista e presidente della Società Dante Alighieri di Matera Pino Suriano. Quest’ultimo, Suriano, è un talento lucano. Professore, giornalista e blogger, lo scorso anno, è stato protagonista di un tour di conferenze in Norvegia per far conoscere Matera e i Parchi letterari della Basilicata.

A loro si aggiungeranno altri grandi artisti che allieteranno il pubblico festivaliero con incontri di grande impatto emotivo. Ci sarà anche il cantautore Gianluca Grignani, già premiato più volte per la qualità letteraria dei suoi testi, che riceverà il Premio “Il Federiciano”: il testo di una sua canzone verrà stampato su una stele di ceramica, che sarà affissa ad una abitazione del centro storico calabrese (si tratta di un riconoscimento prestigioso che negli anni precedenti è stato assegnato, tra gli altri, a Lawrence Ferlinghetti, Dacia Maraini, Alda Merini, Alejandro Jodorowsky, Mogol). Altri ospiti verranno comunicati a ridosso dell’inizio della rassegna, che presenta un calendario ricco di eventi di cinema, teatro, musica, spettacolo e soprattutto di poesia.

«Partecipare in veste di autore al festival “Il Federiciano” – ammette Matteucci – mi carica di emozionante attesa e senso di responsabilità, poiché insieme alle parole si sfoglieranno anche le mie idee, seminate, annaffiate e accudite con Amore per anni. È come presenziare al primo esame di maturità di un figliolo: l’attesa non può non essere trepidante».

 
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