sabato, 27 Luglio 2024

“Occorre tenere alta l’attenzione sull’emergenza in cui versa la Biblioteca provinciale Tommaso Stigliani di Matera. Per questo oggi ho voluto presentare qui il mio libro. C’è bisogno di esserci e dimostrare la vivacità dei materani”.  E’ quanto sostenuto dalla giornalista Antonella Ciervo che ieri sera nella Sala Battista della Biblioteca materana, insieme a Margherita Perretti, presidente della Commissione regionale delle pari opportunità e con la giornalista freelance Nancy Porsia ha presentato il suo ultimo lavoro pubblicato dal titolo “Con i piedi in guerra. Vite di uomini e donne che hanno raccontato l’orrore” (Edigrafema). Sulla questione della Biblioteca, in apertura della serata, ha preso la parola Pasquale Doria, consigliere comunale di Matera il quale ha chiesto, a nome del presidio di difesa della istituzione, di confermare gli impegni presi dalla Regione stanziando le somme annunciate  e di stabilizzare con una norma regionale la delega alla cultura per la Provincia di Matera al fine di dare continuità nella gestione come avveniva prima della Legge Del Rio. Si è quindi passati a discutere del libro. Durante il dibattito condotto da Margherita Perretti, è stato spiegato che si tratta di un testo di interviste con personalità del mondo dell’informazione, reporter, esperti di geopolitica che hanno vissuto e operato in contesti di guerra a partire dall’Africa, Medio Oriente e Ucraina. “Nel libro volevo raccontare – ha detto in proposito la Ciervo – la voce degli inviati, quello che c’è dietro una cronaca di guerra. Chi sono e che rapporto hanno con il loro mestiere, con la paura e il dolore, ma anche con le proprie famiglie in quanto si tratta di persone che svolgono un lavoro pericoloso, ma hanno anche delle vite normali”. L’autrice si è detta molto onorata di avere nel testo la testimonianza della reporter materana Nancy Porsia i cui servizi molto apprezzati sui migranti e sui diritti umani violati sono stati pubblicati dalle più importanti testate internazionali, in particolare quelli sulla Libia dove la giornalista ha vissuto per anni. E sul difficile mestiere del reporter freelance di guerra si è soffermata Nancy Porsia che ha raccontato di come si è approcciata a questo mestiere e di come si vive da giornalista indipendente nelle aree di guerra: la precarietà e le difficoltà, la capacità e la necessità di interazione con la gente del posto e con i militari. Per finire alle incertezze nella pubblicazione dei servizi prodotti e in definitiva di come, per portare avanti questo genere di vita, ci vogliano forti motivazioni,  passione e tanta voglia di raccontare i grandi drammi che vivono intere popolazioni.

Filippo Radogna

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