venerdì, 17 Maggio 2024

Tutta la forza di una mamma, lo spirito combattivo e il coraggio smisurato in “Luca e Davide. Quel filo che lega la terra al cielo” di Elvira Bianco. Il libro è stato presentato a Matera nella Biblioteca di quartiere Lanera

"Chiesi a me stessa l’ennesima prova: mi imposi di essere in grado di non far percepire a nessuno di loro l’idea di quella disperazione naturale che mi aveva assalita e pensai che avrei dovuto, al contrario, mostrarmi come i miei figli mi avevano insegnato: sorridente...

“Dopo, mentre eravamo sdraiati l’uno accanto all’altra, mi sono reso conto che nulla sarebbe stato come prima. Quando si oltrepassa un confine, quando s’infrangono certe regole, si apre un nuovo capitolo, un quaderno fatto di pagine tutte bianche, che verrà riempito di nuove storie, ma scritte dalla mano di qualcun altro”.

È il desiderio ossessivo di un figlio che non arriva – dopo due anni di tentativi, esami e visite mediche – a incrinare il legame tra Anita e Adam. Per lei, in particolare, la maternità diventa un pensiero assillante, che non le dà tregua. Accarezza pensieri contorti e malati, un bambino che le viene affidato un attimo potrebbe rapirlo, per quanto grande è la voglia di un figlio.

Anita si chiude sempre più in se stessa, inizia a usare il web in maniera compulsiva (lavorando online, non desta sospetti nel marito): cerca i vestitini per il piccolo, gli arredi migliori per la sua cameretta. Non solo, da alcune webcam puntate su una linea di autobus di Praga, scruta le vite degli altri, ne inventa le storie, perde la testa per un ragazzo che ogni giorno prende sempre lo stesso pullman.

E intanto, diventa fredda e scostante verso Adam – ormai non lo sopporta più. La loro quotidianità è un gioco degli equivoci che ferisce entrambi e allarga varchi di incomprensione: ad esempio, quella che per Adam è stata una notte d’amore focosa, Anita l’ha vissuta come uno stupro.

Esasperato, incapace di riconoscere la “donna perfetta” e bellissima che aveva sposato, Adam comincia una relazione con una ragazza conosciuta per caso, di cui sa davvero molto poco. In contemporanea, ad Anita, schiacciata psicologicamente dalla sua ossessione, accadono cose strane e inspiegabili. Prima, un rossetto rosso nella borsa, poi il gatto che annega, dei topi in casa… I suoi sospetti cadono sul vicino, un artista con cui ha avuto qualche battibecco mentre secondo Adam è la paranoia della moglie che sta raggiungendo livelli critici.

Ogni accadimento del thriller psicologico La donna perfetta(Giunti, collana M, traduzione di Marcin Wyrembelski), l’esordio brillante di Magda Stachula, ha un duplice punto di vista, quello di Adam e quello di Anita, e interseca anche altri due personaggi il cui ruolo diventerà chiaro solo nel prosieguo della trama. A una prima parte del tutto incentrata sulla ricerca di un figlio, segue una seconda molto più ritmata a turbolenta: intrighi e colpi bassi la faranno da padroni. I tradimenti del passato e le relazioni sospese costituiranno la base per comportamenti del tutto riprovevoli.
A parte alcuni eccessi, il thriller della Stachula è molto ben scritto e fa leva su alcune fissazioni contemporanee e sulla difficoltà crescente a fronteggiare le delusioni. Nulla è lasciato al caso nelle descrizioni dei protagonisti e l’autrice è molto abile nel creare un pathos costante. Una lettura consigliatissima a quanti hanno amato La ragazza del treno e L’amore bugiardo.

Magda Stachula è nata nel 1982. Si è laureata in studi ebraici presso l’Università Jagellonica. Vive a Cracovia con il marito e due figli. La donna perfetta è stata per mesi in testa alle classifiche polacche.
Rossella Montemurro
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