mercoledì, 1 Maggio 2024

Un luminare della psichiatria, esperto in terapie brevi e metodi certo non ortodossi ma con altrettanta assoluta certezza efficaci, il dottor Mosco ha un curriculum costellato da successi, è stato anche lo psichiatra che ha avuto in cura pazienti benestanti che non esitavano a ricoprirlo di soldi pur di guarire. Del resto, lui stesso ha “imposto” ai pazienti di dare un valore alla propria guarigione, pagandogli il corrispettivo solo se effettivamente guariti. In caso contrario, a lui non spettava nulla.

L’io narrante de Il confine (Neo edizioni) di Silvia Cossu è una scrittrice che dopo essersi vista rifiutata, in modo piuttosto brusco, il nuovo romanzo, decide di sfruttare la sua abilità stilistica per scrivere biografie. E Mosco, per caso, si ritrova tra i suoi clienti. Secondo lei, è la vanità alla base della richiesta di una biografia: “Di solito è questo il motore che muove molti dei miei committenti. Soprattutto se uomini. È la vanità che li spinge a sborsare una cifra consistente perché nel mondo resti traccia di ciò che hanno fatto. A me il compito di attribuirgli il suggello dell’autenticità, a prescindere che poi il volume venga pubblicato o meno. Questo non rientra nei patti. Consegnato il lavoro, di solito incaricano una tipografia, ne stampano duecento copie e le distribuiscono ai familiari e alla cerchia di amici. Ed io con gli anni sono diventata brava, il punto è cogliere cosa l’altro vuole, al di là di ciò che dichiara, indovinarlo e restituirglielo in una forma nuova”.

Un compito al quale ormai si è abituata, è diventata brava. Ma con il dottor Mosco, fin da subito, qualcosa non va, non quadra, sfugge. Lui stesso ha un atteggiamento ambiguo, non è collaborativo e sembra essere interessato ad avere un’opera il più possibile fedele alla realtà anziché un libro che lo esalti, che magnifichi la sua vita.

Il Confine è il corpo a corpo di una donna nell’ombra con un uomo di fama internazionale la cui figura, incontro dopo incontro, diventa sempre più inafferrabile; è la discesa in un mondo rarefatto e conturbante in cui le certezze si sgretolano; un disegno dove le identità e le fragilità si sovrappongono, quasi a sostituirsi.

Complessità e introspezione sono la costante de Il confine, un lungo resoconto spesso in bilico tra realtà e immaginazione tratteggiato con intimismo.

Silvia Cossu è nata a Roma nel 1969. Ha scritto per Marsilio i romanzi La vergogna e L’abbraccio, e per la collana “Strade-Blu” di Mondadori un memoir usando uno pseudonimo, tradotto in Germania. Due suoi racconti sono presenti nelle antologie I racconti delle fate sapienti (Frassinelli), e Pensiero Madre (Neo Edizioni). Per il cinema ha sceneggiato cinque film (BluffL’ospiteFino a farti maleCrushed Lives – Il sesso dopo i figliIo lo so chi siete) selezionati nei più importanti festival internazionali, tra cui Berlino, Venezia, Montreal, Cinequest, Houston e Taormina. Il confine è il suo quarto romanzo.

Rossella Montemurro

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