sabato, 27 Luglio 2024

“Penso che sono sopravvissuta e che forse dovrei cominciare a farmene qualcosa, di questa vita che avanza.”

I folgorati: non poteva esserci titolo migliore per un romanzo nel quale la protagonista è davvero come se fosse stata colpita da un fulmine e, di riflesso, lo sono stati anche quanti le sono vicini. Per la seconda volta Vera riceve la diagnosi infausta di un tumore al seno – sua madre e altre donne della sua famiglia sono morte a causa dello stesso male. Le sue certezze crollano, vacilla quel poco che aveva costruito. Attorno ha un nucleo familiare un po’ sfilacciato che inevitabilmente risente della perdita della madre. Il padre, un uomo anziano ma ancora arzillo nonostante gli acciacchi dell’età (ha una gamba cancara che si rifiuta di far vedere da un dottore), ha un debole per la Settimana enigmistica che compila a modo suo: Nora si accorge che le caselle sono sì tutte completate ma a volte con parole a caso, quasi a voler sottolineare l’importanza di riempire qualsiasi vuoto.

Vera lavorava nel negozio di borse della sorella Nora – che cresce da sola una ragazzina di dieci anni – ma poi ha mollato quando Nora si è risentita perché passava troppo tempo al computer a scrivere – il suo sogno spezzato era infatti quello di diventare scrittrice –, e non a inserire fatture.

La relazione con Franco – un medico che ha un attacco di panico mentre lei è a una visita di controllo – sembra procedere tra tentativi ed errori, soprattutto tra tante incertezze. Vera pensa di stabilirsi proprio da Franco, dopo l’intervento, ma lui le fa capire che forse è meglio di no, per non urtare la sensibilità della figlia che ha avuto dalla ex moglie.

Costretta così ad accettare l’invito del padre a trasferirsi da lui, un giorno Vera scopre in una stanza sempre chiusa a chiave un mucchio di quaderni scritti dal papà. Lui però ha appena la quinta elementare…

In questo suo primo romanzo pubblicato da Einaudi, Susanna Bissoli affronta tematiche attualissime ed emotivamente forti stemperandole con l’ironia, con dialoghi brillanti che fanno ampio uso del dialetto. Leggendo I folgorati ci si inoltra nelle dinamiche della psiche, nei chiaroscuri dell’anima e in tutti i non detti – che avrebbero potuto per tanti essere salvifici, rasserenare – delle dinamiche familiari.

L’autrice, nata a Verona nel 1965, ha studiato lingue, mediazione culturale e didattica dell’italiano per stranieri. È autrice della raccolta di racconti Caterina sulla soglia (2009) e del romanzo Le parole che cambiano tutto (2011), entrambi pubblicati da Terre di Mezzo. Appassionata di teatro, da circa vent’anni conduce laboratori di narrazione interculturale, specialmente con gruppi di donne.

Rossella Montemurro

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