giovedì, 25 Aprile 2024

“Ci ho messo dieci anni di letture, e feste, e conversazioni con le migliori menti della mia epoca a comprendere che l’avatar di uomo è il vestito nuovo dell’imperatore, o il piumaggio dei pavoni: gesti ben imparati che si percepiscono come talento e che, in sua assenza, ne fanno le veci.

Il mio personale e scarsissimo onorario come donna che scrive si è sgretolato da quando ho smesso di scrivere come i maschi: con voci in apparenza neutrali, con personaggi che attraversano in punta di piedi il proprio genere e sono affratellati dalla iperviolenza e dalle deviazioni sessuali. Questo è ciò che gli editori che non pubblicano donne vogliono che le donne scrivano. Gli editori che non pubblicano donne adorano pubblicare donne che scrivano in una determinata maniera, per dimostrare che la soggettività maschile è la soggettività universale. I loro autori possono essere sentimentali e intimisti, ma le loro autricinsaranno sempre segregate nell’impostura del maschile”.

Frammenti, flash di vita di una ragazza un po’ matta, femminista e fuori dagli schemi: Transito (Giulio Perrone editore, traduzione di Matteo Lefèvre) di Aixa de la Cruz. È una voce che spiazza, destabilizza, procede senza filtri e non ha mezze misure.

Alla soglia dei trent’anni, Aixa de la Cruz raccoglie i ricordi dei momenti più significativi della sua vita: dal giorno in cui una delle sue migliori amiche rimane gravemente ferita in un incidente stradale al divorzio, dai rapporti sessuali con altre donne all’infanzia passata senza un biopadre. In procinto di laurearsi con una tesi che verte sulle rappresentazioni culturali del terrorismo, si è abituata a dissezionare la violenza. Aiutata spesso da citazioni e rimandi letterari, si interroga sull’idea di colpa, non sulla sua accezione religiosa, ma come l’intercapedine in cui si forma la giustizia poetica. Riflette sull’attualità che la circonda e che influenza la sua generazione, il movimento #MeToo, lo scandalo delle torture di Abu Ghraib, la femminilizzazione della politica. 

Nel 2019 in Spagna, Transito è stato tra i cinque libri più importanti dell’anno: dieci edizioni in pochi mesi e la conquista del premio Euskadi de Literatura en castellano nel 2020.

Legami, famiglia, identità: Transito attraversa anche queste tematiche e lo fa in bilico tra saggio e narrazione, letteratura confessionale e autofiction. Impossibile etichettarlo come è impossibile etichettare lo stile di Aixa de la Cruz. Ci sono l’intimismo, la fredda cronaca, i pensieri da brainstorming, tutto senza soluzione di continuità. Leggendo, non potremo fare a meno di riflettere.

Nata a Bilbao nel 1988, l’autrice ha una laurea in Filologia inglese e un dottorato in Teoria della letteratura e Letteratura comparata. Ha pubblicato i romanzi De música ligera (451 Editores, 2009) e La línea del frente (Salto de Página, 2015) e Diccionario en guerra (La Caja Books, 2018), una proposta ibrida di finzione e saggistica sul femminismo. 

Rossella Montemurro

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