venerdì, 29 Marzo 2024

Vorrei iniziare questa mia riflessione sul Natale raccontandovi una leggenda messicana: “La leggenda della stella di Natale”

“In un piccolo villaggio messicano viveva una bambina di nome Altea. Quando venne la notte di Natale, tutti andarono in chiesa con un piccolo dono per Gesù”. Solo Altea rimase a casa perché non aveva nulla da donare al nato bambino, ma ecco che le apparve all’improvviso un Angelo. “Perché sei così triste?” chiese l’Angelo alla bambina. “Perché non ho nulla da portare a Gesù!” rispose Altea. Allora l’Angelo le disse: “Tu hai una cosa molto importante da donare a Gesù: il tuo amore. Raccogli le frasche che crescono ai bordi della strada e portale in chiesa. Vedrai, il tuo dono sarà il più bello di tutti”. Altea fece come le aveva detto l’Angelo, andò in chiesa e depose un mazzo di frasche davanti all’altare. Mentre la bambina pregava, le frasche si trasformarono in una pianta meravigliosa con foglie verdi e rosse: era nata la Stella di Natale.”

Il Natale è la festa in cui si celebra la nascita di Gesù e quindi un momento di grande gioia e di unità.

Dovrebbe costituire, per questo, o almeno consentire, una pausa di riflessione, un periodo in cui ciascuno possa accantonare il quotidiano con tutto lo stress che lo accompagna e dedicarsi allo spirito. Solo tralasciando le preoccupazioni materiali si riesce ad avvertire la felicità per la venuta di Cristo sulla terra, a comprenderne il significato profondo e quindi a capire come questo avvenimento potrebbe condizionare in positivo il nostro agire.

Madre Teresa di Calcutta “desiderava poter accogliere Gesù a Natale, non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d’amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore gli uni per gli altri Natale è ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone; ogni volta che speri con quelli che soffrono; ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. Natale è ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso di te.”

Papa Giovanni XXIII affermava che “la grande benedizione del Natale è questa: ciascun uomo si purifica, vede più chiaro innanzi a sé, si dispone a servire più compiutamente alle sue responsabilità… Il Natale è la gioia delle nostre case, ed esso la suscita anche là dove si piange; dove esistono preoccupazioni e tristezze. Basta quella visione per dare balsamo ai cuori più tormentati e suscitare tenerezza, sollievo, ogni slancio di bontà e generosità.

Vorrei concludere questa mia riflessione con la poesia di Lucia Porfiri intitolata “Natale”:
Si avvicina il Natale,
nell’aria si respira un profumo di gioia e di amore.
Se ti guardi intorno non vedrai che serenità!

Ma… cosa succede?
Là in quel piccolo paese non c’è gioia!
C’è solo dolore, gente che soffre, gente che muore…

E là? Guarda là! C’è solo indifferenza,
in quel paese alle persone non importa nulla del Natale!
Troppa gente soffre, troppa gente non sa!

E’ Natale, cerca anche tu di portare pace e amore…
… dove ci sono guerra e odio

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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