Nasce in Basilicata “ArcheoXcape”, la prima e più grande escape room didattica dedicata alla cultura classica in Europa. Un progetto ambizioso, concepito dal sindaco Giuseppe Galizia e realizzato dalla azienda torinese Wesen per il Comune di Baragiano, che trasporterà...
Nei prossimi giorni il neoarchitetto materano Francesco Vinciguerra, inizierà il dottorato di ricerca in Restauro Architettonico, con l’Università La Sapienza di Roma, presso il Castello Orsini- Odescalchi di Bracciano (Roma). Vale la pena ricordare che Vinciguerra lo scorso anno, con la sua tesi di laurea dedicata alla Chiesa ipogea di Santa Maria della Valle ha ricevuto la medaglia d’argento nell’ambito del Premio Internazionale Domus Restauro e Conservazione. Già brillante studente del Liceo Classico “E. Duni” di Matera, il Nostro si è laureato con lode alla Sapienza di Roma e sta frequentando nella stessa Università la Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio.
All’attivo ha una pubblicazione dal titolo “Matera Città irripetibile” (Resiliens – 2022), approfondita ricerca che ripercorre il ciclo millenario della storia della Città dei Sassi, scritta a quattro mani con il papà Eustachio il quale gli ha trasmesso la passione verso Matera e il suo territorio. Santa Maria della Valle è tra le chiese rupestri più rilevanti e appena fuori dalla Città. E’ scavata nel tufo e risale al VII secolo, periodo longobardo, mentre l’edificio soprastante risalirebbe al 1200. Ha una grande facciata e all’interno ha tre navate con affreschi di varie epoche. Fu chiusa al culto nella metà del 1700. “La mia tesi – ha fatto presente Vinciguerra- è incentrata sul recupero e il restauro dell’edificio ed è finalizzata a portare all’attenzione questa chiesa, tra le più importanti del comprensorio rupestre così fragile e debole che giorno dopo giorno va in rovina”. Secondo Vinciguerra lo spunto che ha comportato la vittoria di questo premio nasce dal fatto di riprogettare un ambiente urbano così importante, abbandonato da secoli, per riconnetterlo con la città. Un prezioso lavoro, quindi, che dà voce al passato nell’auspicio che sia reinserito nel circuito fruibile del patrimonio storico cittadino.
Filippo Radogna