mercoledì, 8 Maggio 2024

La monotonia della vita di coppia, domande e gesti che ricorrono in loop, una routine mascherata dalla normalità, gli agi di una coppia dell’alta borghesia di Roma, con una figlia grande, Maddalena, e giornate scandite da partite a tennis, teatro, concerti, ville in cui trascorrere le vacanze… La casa dei Parioli è sempre pronta ad accogliere gente, si danno da fare per organizzare nei minimi dettagli pranzi e cene che verteranno su discorsi futili ma che contribuiranno a far passare il tempo. Futili, in apparenza, sono anche i loro di dialoghi infarciti però spesso di rimandi letterari (sono citati, tra gli altri, Arthur Schnitzler, Lawrence, Stendhal, Flaubert). Tra Enrico e Carla ci sono vent’anni di differenza, qualche ripicca puramente verbale e sempre nei limiti e nessun problema davvero grande. Quando Enrico viene ricoverato per una crisi cardiaca, ecco che al suo ritorno quella routine in fondo rassicurante ma forse vuota non gli basta più. E abbandona Carla per cercare in una collega quei brividi che ormai ha dimenticato. Avere una via d’uscita dopo anni trascorsi ingabbiati in un matrimonio probabilmente stantio – nessuno scossone, niente farfalle nello stomaco – ma per entrambi alla fine tranquillo. Carla in lui aveva trovato oltre a un marito quel padre che aveva perso giovanissima, rimanendo sostanzialmente fragile mentre Enrico la vulnerabilità se la ritrova davanti dopo il problema di salute: è come se quel tradimento gli portasse una ventata di ossigeno, un’inaspettata vitalità. A Carla non sfugge eppure, a differenza di altre donne nella stessa situazione, non fa qualcosa per riportare Enrico nei ranghi. Lui va via e non ci sono scenate, ripicche, litigi feroci. Al suo ritorno a casa (perché, fondamentalmente, non ha mai provato sentimenti forti nei confronti dell’amante), il legame della coppia diventa più forte, saldo, a dispetto delle premesse e di quanto poi accaduto.

In Dell’anima non mi importa (La Nave di Teseo), il nuovo romanzo di Giorgio Montefoschi, colpisce la cura dei dettagli, lo stile elegante, quasi d’altri tempi, l’incedere lento di una trama in cui nulla è superfluo o ridondante ma tutto ha un senso – basta riuscire ad andare oltre, a interpretare. Bisognerebbe leggerlo anche solo per perdersi in una scrittura magnetica.

Giorgio Montefoschi è nato a Roma. Tra le sue numerose opere ricordiamo La casa del padre (1994, Premio Strega), Il segreto dell’estrema felicità (2001), La sposa (2003), Lo sguardo del cacciatore (2003), L’idea di perderti (2006), Le due ragazze con gli occhi verdi (2009), Eva (2011), La fragile bellezza del giorno (2014), Il volto nascosto (1991, 2015) e Il corpo (2017). Ha pubblicato con La nave di Teseo Desiderio (2020) e Dell’anima non mi importa (2022) e le nuove edizioni di Ginevra (1974, 2019) e Il Museo Africano (1976, 2019), L’amore borghese (1978, 2020), La felicità coniugale (1982, 2021) e La terza donna (1982, 2021).

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap