sabato, 11 Maggio 2024

Montalbano Jonico: maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Eseguita dai Carabinieri di Policoro una misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex compagna, con applicazione del braccialetto elettronico

I Carabinieri della Compagnia di Policoro hanno eseguito nei confronti di un 32enne di Montalbano Jonico (MT) la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ex compagna, disposto dall’Autorità Giudiziaria di Matera, per le ipotesi di reato di maltrattamenti in...

“Chi è il santo?”, una riflessione del prof. Incampo

Vi siete mai chiesti: “Chi è il santo?” Per tracciare la strada della felicità, la Chiesa ci offre non solo insegnamenti universali, ma ci indica anche alcuni esempi concreti: i santi, cioè quegli uomini, quelle donne o quei bambini che hanno trovato la loro...

Prendete un gatto saccente, a tratti quasi insopportabile – ti mette di fronte anche alle verità più scomode con nonchalance –, una scrittrice single che ha fatto dell’ironia e dell’autoironia la sua cifra stilistica e che è davvero così, travolgente, chiudeteli in casa per il lockdown e avrete un libro spassoso, a tratti agrodolce. Si ride, grazie alla penna di Chiara Moscardelli, ma si ha anche modo di riflettere: Io e Rhett. Storia del mio gatto e di tutto quello che ho imparato da lui sulla vita, la felicità e gli uomini (Sperling & Kupfer) dopo Volevo essere una gatta morta e Volevo essere una vedova segna il ritorno dell’Autrice al racconto autobiografico.

“Ho scritto libri con protagoniste femminili che in qualche modo si assomigliano, donne disagiate che contrariamente alla sottoscritta alla fine ce la fanno a realizzare i propri sogni e a colmare le proprie mancanze di affetto, di coraggio – spiega Chiara – Quando è arrivata la pandemia e Conte ci ha rinchiuso in casa, io mi trovavo in una fase della vita molto difficile e la mia vita la riempivo di tante cose per non pensare a quello che mi stava sfuggendo di mano e non riuscivo ad afferrare. In contemporanea mi è arrivato questo gatto che non riuscivo a gestire perché sono sempre stata canara e non gattara. Da quando sono andata a vivere da sola animali non ne ho mai avuti, tutti mi dicevano “prenditi un gatto” ma di gatti non volevo sentirne nominare. Dieci giorni prima che ci rinchiudessero, una collega mi porta questo gatto, sembrava Giuliano il gatto di “Kiss me Licia”, obeso, enorme. Me lo sono ritrovato sul pianerottolo e la convivenza forzata è stata un boomerang: quando è finita la pandemia ho sentito l’esigenza di mettere nero su bianco e comunicare ciò che davvero per la prima volta avevo provato. In primis, la paura di arrivare a 50 anni e non aver realizzato quelli che erano i miei sogni primari ritrovandomi come non volevo finire: sola con un gatto. Volevo comunicare un messaggio che potesse essere condiviso da altre donne che come me si trovavano ad affrontare blocchi emotivi e difficoltà.”

Da qui nasce Io e Rhett: dal primo incontro con un gattone – otto anni e dodici chili di morbidezza – a fine gennaio 2020, alle soglie della pandemia, a una convivenza inaspettata che avrà risvolti inimmaginabili. Perché Rhett, con una sua filosofia di vita ben precisa, con Chiara dialoga in continuazione. I suoi sono suggerimenti, consigli, pillole di saggezza volti a scuoterla e, perché no, ad aiutarla a trovare l’uomo giusto. Lei, confusa, a un passo dai cinquant’anni e con una serie di sfighe da fronteggiare se sulle prime con Rhett si scontra, poi lo accetta, in particolare inizia ad ascoltare le sue massime. E, incredibile, alla fine quel simpaticone di Rhett ha sempre ragione.

Ecco che Chiara prova a sbilanciarsi nelle relazioni come mai ha fatto prima e pazienza quando puntualmente falliscono, spesso fin dal primo incontro, è bene però che comprenda che non è stata colpa sua. Ancora, ha voglia di un tatuaggio a cinquant’anni? Perché no!

«L’importante è che ti renda felice. Guarda me: se voglio mangiare, mangio, se voglio dormire, dormo, se voglio guardare un insetto per ore, guardo un insetto per ore. La felicità è questa. Non è qualcosa che va inseguito, è qualcosa che già abbiamo.»

Ciò che dice/pensa Rhet è improntato al buon senso, all’equilibrio. Non c’è nulla di sofisticato, sono piccole cose che nella vita di tutti i giorni possono però fare tanto. Così, tra decaloghi – felini e non – e piccoli precetti, la brillante penna di Chiara ci regala una storia di crescita e accettazione nella quale il gatto Rhett è l’unico maschio alfa che tutte le donne vorrebbero avere al proprio fianco.

Chiara Moscardelli è nata a Roma nel 1972. Vive a Milano dove lavora come ufficio stampa. È un’autrice bestseller con una schiera di lettori affezionatissimi.

Rossella Montemurro

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