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Riceviamo e pubblichiamo dall’ANGT – Associazione Nazionale Guide Turistiche:
Abbiamo letto con interesse le dichiarazioni del Ministro per il Turismo Garavaglia in occasione della presentazione di BitMilano 2022, in un articolo pubblicato dal Il Giornale il 1 aprile.
Il Ministro dice giustamente che “all’Italia serve un turismo di qualità, non di massa ….dobbiamo gestire meglio i flussi in tutto il territorio ….” Il Ministro continua con uno slogan “qualità e unicità” in un territorio nazionale “ museo a cielo aperto” : insomma, l’Italia merita il meglio e per averlo deve offrirlo.
Queste altisonanti dichiarazioni sono però, a nostro vedere, bizzarramente in contraddizione con il nuovo testo di legge per regolamentare la professione di Guida Turistica, reso noto qualche giorno fa e incardinato dalla X Commissione Senato il 24 marzo.
Dopo 9 anni di attesa, due Disegni di Legge presentati dai Senatori Croatti M5S (2087) e Ripamonti Lega (1921) che avrebbero riportato dignità a una professione così importante per il nostro paese, la bozza della futura legge non tiene conto dei DDL ed è un testo contraddittorio, vuoto di contenuti, che non tiene conto dell’importanza della specializzazione su specifici ambiti territoriali – come può una Guida essere in grado di conoscere tutto l’immenso patrimonio storico artistico del nostro paese?- Nessun accenno alla modalità di espletamento degli esami, alle commissioni, alle materie d’esame. Esami trasformati in “Esami di idoneità” e non più di abilitazione. Tutto demandato a decreti interministeriali da emanare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.
Esame dunque di idoneità e, in più, generico, lasciando alle Regioni la possibilità di indire corsi di formazione – rigorosamente svolti da enti privati contro i quali esprimiamo la nostra più forte contrarietà -per coloro che su base volontaria volessero acquisire delle specializzazioni….
Che cosa significa tutto questo?
Se la scusa per una “Guida Nazionale” completamente distaccata da specifici ambiti territoriali e pertanto assolutamente impreparata ad illustrare il nostro ricchissimo patrimonio a detrimento e inganno del visitatore/consumatore è che “ce lo chiede l’Europa” siamo in grado di smentire: abbassare la divulgazione della conoscenza di quanto più prezioso abbia il nostro Paese a un livello senza ritorno non ci viene richiesto dall’Europa.
Infatti appare davvero sorprendente che ad oltre 10 anni dall’entrata in vigore dei Trattati Europei continuino a trovare credito ed essere accettate opinioni decisamente distorte sulla portata della normativa europea destinata a regolamentare il settore delle Guide Turistiche.
L’Europa non ci chiede di abbassare la divulgazione della conoscenza di quanto di più prezioso abbia il nostro Paese ad un livello di mediocrità senza ritorno. Le Guide Turistiche hanno dimostrato ai Dipartimenti del Turismo e delle Politiche Europee, con numerosi documenti ed argomentazioni puntuali, che non è il diritto europeo a richiedere una modifica dell’ordinamento giuridico italiano sulle Guide Turistiche.
Non si fa altresì più menzione, nel nuovo testo, a controlli e sanzioni contro l’esercizio abusivo della professione, per chiunque la eserciti, per arrestare fenomeni di elusione ed evasione, salvo un generale riferimento al “divieto a chiunque non sia in possesso del titolo di Guida turistica di fare uso di tessere o di altri segni distintivi idonei alla sua identificazione come Guida turistica”. come se l’esercizio abusivo fosse solo una questione di tessere o segni distintivi.
Ministro, lo abbiamo scritto più volte nei documenti di ANGT: un tema importante da regolamentare di cui non si trova traccia nel testo riguarda anche il cosiddetto turismo digitale. Occorre agire con forza e tempestività. Si tratta di bloccare una tendenza forte e diffusa alla deregulation, all’ingresso nel settore (spesso con astuzia e mezzi non indifferenti) di persone e realtà non qualificate ed estranee alla professione di Guida Turistica.
L’abusivismo incontrollato che si diffonde in rete attraverso piattaforme di ogni tipo, come si concilia con il turismo di qualità di cui parla il Ministro?
E l’indifferenza verso fenomeni di corsi abilitanti per Guida Turistica in altri paesi, come la Romania per esempio, dove per pochi euro si comprano “abilitazioni” per svolgere la professione in Italia, fomentando così lo “shopping dei titoli”?
Quando il Ministro fa un quadro drammatico e penoso del turista che visita Venezia, dormendo in un letto da 10 euro a Mestre, che consuma cibi preconfezionati e che compra souvenir fatti in Cina, dimentica che questo stesso turista richiederà i servizi di una “Guida” impreparata, raffazzonata e ignorante, il cui solo pregio sarà di vendersi a meno euro del letto di Mestre… o addirittura con mance!
È questo che intende il Ministro offrire agli ospiti di qualità?
Sarebbe molto gradita una risposta che portasse a un costruttivo dibattito sulla sorte di una professione e del patrimonio storico/ artistico, legato in modo indissolubile, a questa professione.