sabato, 20 Aprile 2024

Questa mattina ho incontrato un mio ex alunno che nel salutarmi mi ha detto: “Professore, oggi è il Corpus Domini” e ricordo ancora quello che voi ci diceste a scuola 23 anni fa”!

Confesserò che la cosa mi ha commosso.

L’incontro di stamane mi ha dato la possibilità di scrivere per tutti i lettori di www.tuttoh24.info il perché della festa del Corpus Domini.

Per prima cosa chiariamo che la festività del Corpus Domini è legata un po’ per storia e un po’ per tradizione a due episodi specifici: alla visione della Beata Giuliana, ma soprattutto al miracolo di Bolsena a cui fece seguito la decisione di Papa Urbano IV, l’11 Agosto 1264, di promulgare la Bolla “Transiturus“.

Con la Bolla “Transiturus” papa Urbano IV istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini.

Infatti leggiamo «In quel giovedì le devote folle di fedeli accorrano con amore alla Chiesa, e allora clero e popolo in gioia comune elevino canti di lode, i cuori e le aspirazioni, le bocche e le labbra risuonino degli inni di letizia salutare; allora esulti la fede, tripudi la speranza, renda omaggio la devozione, sia giubilante la purezza e pervasa di gaudio la sincerità».

Andiamo per ordine.

La visione della Beata Giuliana di Retìne

Nel 1208 la, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi (Belgio), Madre Giuliana vide, durante un’estasi la luna risplendente di luce candida, deformata però su un lato da una linea rimasta in ombra. Da Dio Giuliana intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale di Madre Giuliana, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini (Corpo del Signore). La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. 

Il miracolo di Bolsena

Un prete boemo, mentre era in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a celebrare l’Eucarestia a Bolsena ed al momento dello spezzare l’ostia consacrata, fu preso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. 

A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (attualmente conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina. 

Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. 

Nel giorno del Corpus Domini la Chiesa pone l’attenzione sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. 

Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. 

In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità.

Fu lo stesso papa Urbano IV ad affidare poi a san Tommaso d’Aquino il compito di preparare i testi per la Liturgia delle ore e per la Messa della nuova festività, stabilendo che questa venisse celebrata il giovedì dopo l’ottava di Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua).

Nicola Incampo

Direttore ufficio scuola della Conferenza Episcopale di Basilicata

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