venerdì, 29 Marzo 2024

“Cercavo tra i ricordi le mani nodose di Jacques che mi avevano sempre saputo consolare e, il non trovarle, mi gettava nell’oscurità di quell’enorme casa vuota che dava l’impressione di perdere colore come scoloriscono i quadri sotto la pioggia”.

Un lutto devastante, la morte del marito, e la voglia di ricominciare per rinascere: inizia così A mille chilometri dai ricordi (L’Erudita) di Silvana Turchi, un romanzo introspettivo, declinato al femminile, che affronta il tema della perdita e del peso della memoria ricostruendo le complesse dinamiche familiari del rapporto genitori/figli.

In una piccola cittadina francese, Rachele, una pittrice famosa per i suoi ritratti scomposti, perde il marito a seguito di una malattia. La scomparsa è terribile, e ritrovare l’amore per la vita pare un’impresa impossibile.

Nulla e nessuno, neanche i due figli sembrano in grado di riempire quel vuoto che la morte le ha scavato nel cuore. I ricordi affiorano in modo tempestoso e non fanno che accrescere la sua sofferenza.

Il presente è offuscato dal passato e il futuro diviene inimmaginabile, l’unica via d’uscita dal dolore è rimuovere il lutto e fingere che nulla sia successo.

Inizia così un viaggio senza meta, affidato al fato, portando con sé la sola cosa che sopravvive nel profondo della sua anima: il talento artistico.

La misteriosa imprevedibilità della vita la condurrà tra gli “ultimi”: Rachele inizierà a vivere insieme ad alcuni senzatetto sull’imbarcazione “Amnesia” ormeggiata alla banchina del Tevere, nell’oblio esistenziale del popolo dei dimenticati, che prima la proteggerà dai ricordi, poi la traghetterà verso la presa di coscienza e la rinascita.

Proprio il desiderio di rinascita diviene un viaggio fisico e dell’anima in cui la vita si apre verso nuovi mondi e l’unica risposta al dolore è l’arte di riscoprire noi stessi sempre diversi.

Silvana Turchi (nata a Treviso nel 1956) è autrice di “Mi chiamo Sally e ogni tanto bevo una tazza di tè” (2007). Dal 2013 vive e lavora in Costa Azzurra. Dopo aver terminato i suoi studi artistici a Roma, l’amore per la pittura e il fascino dell’immagine la spingono giovanissima verso il mondo del cinema. Compie i suoi 18 anni sul set iniziando così la sua lunga attività di costumista cinematografica, teatrale e pubblicitaria, unendo, successivamente, alla passione per i costumi e le scenografie quella per la scrittura.

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