martedì, 30 Aprile 2024

Oggi vorrei proporvi una preghiera che la mamma ha trovato nel diario di suo figlio: un ragazzo di 16 morto in un incidente stradale.

“Signore,

io non sono capace di pregare:

mai nessuno me lo ha insegnato.

Anche adesso non so cosa dirti:

ma Tu esisti?

Se esisti, perché non ti fai vedere da me?

Forse pretendo troppo!

Le vette, il mare, i fiori,

tutto il creato parla di Te

ma io non sono capace di scoprirti.

Dicono che l’amore

Sia una prova della Tua esistenza:

forse è per questo

che io non ti ho incontrato,

ma non sono mai stato amato

in modo da sentire la Tua presenza.

Signore,

fammi incontrare un amore

che mi porti a Te,

un amore sincero, disinteressato,

fedele e generoso

che sia un poco

immagine Tua”.

Vi confesserò cha questa preghiera mi ha fatto venire in mente la storia dell’Arcivescovo di Saigon che venne imprigionato, solo perché cristiano, e rimase in carcere duro per 13 lunghissimi anni.

In una intervista alla domanda: “Come hai fatto a resistere?” l’Arcivescovo rispondeva: “Come ho fatto a resistere? Semplicemente pregando!”

Ma perché è doveroso e necessario amare Dio con tutto il cuore?

Sia ben chiara una cosa: Dio non ha bisogno di niente, siamo noi che abbiamo bisogno di Dio.

Infatti, se togliamo Dio, noi togliamo la ragione della nostra dignità.

A questo punto viene spontanea una domanda: “Come faccio a sapere che amo Dio?”

La risposta cristiana è un’autentica rivoluzione: se vuoi sapere quanto ami Dio, guarda quanto ami i tuoi fratelli.

“Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.”

Vorrei concludere questa mia modestissima riflessione con le parole che Santa Teresa di Calcutta fece scrivere sulla parete di una casa per l’accoglienza di bambini abbandonati:

“L’uomo è irragionevole, illogico, egoista: non importa amalo!

Se fai del bene, ti attribuiscono secondi fini: non importa fai del bene.

Quello che per anni hai costruito, può essere distrutto in un attimo: non importa, costruisci!

Dai il meglio di te e ti prenderanno a calci: non importa, dà il meglio di te”

Nicola Incampo

Responsabile della Conferenza Episcopale di Basilicata per l’IRC e per la pastorale scolastica

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