“I prodotti agroalimentari lucani di eccellenza come la fragola hanno bisogno di essere accompagnati per la loro valorizzazione da tecnici preparati. In tale quadro la figura del perito agrario può svolgere un ruolo fondamentale in tutte le fasi della filiera”. E’...
“Il nostro amore è vietato. Disapprovato dalla gente onesta. Lo so perché non fa che ripetermelo. Per questo non posso parlarne con nessuno. Dobbiamo stare attenti. Ma perché, visto che io lo amo e che anche lui mi ama?”
L’“amore” in questione è quello tra la tredicenne V. e il cinquantenne G.
Un amore malato, inappropriato, sgradevole se lo si giudica dall’esterno. Totalizzante e irresistibile se raccontato, come fa l’autrice, nel pieno coinvolgimento di un’adolescente lasciata a sé stessa da una madre un po’ distaccata o con idee troppo liberali. E da un padre assente.
G. è uno scrittore, stimato in pubblico quanto chiacchierato nel privato. Sembra che i suoi romanzi, dalle trame improntate sulle relazioni tra persone adulte e adolescenti, sui viaggi in zone note per il turismo sessuale, siano autobiografici. Siamo negli anni Ottanta, senza cellulari né social. Lui blandisce le sue “prede” con lunghe lettere sdolcinate, poetiche e struggenti. Facile per una ragazzina cadere tra le sue braccia, lasciarsi incantare dal fascino del proibito, farsi cullare da promesse pronte a svanire dopo qualche anno, quando, pienamente donna, avrà perso quell’aura irresistibile che tanto lo attrae.
V., per stare accanto a quell’uomo viscido, più grande di lei di oltre trent’anni, si nega tutte le esperienze adolescenziali. A occhi chiusi, con le farfalle nello stomaco per un rapporto così esclusivo – ma poi, si accorgerà, lei era solo una delle tante che G. “frequentava” –, contro tutto e tutti vive un’avventura fantastica, accanto a chi è, di volta in volta, amante, padre, professore…
La madre, separata, ha i suoi, di problemi. È un’intellettuale che si accompagna a persone colte, preparate, dell’entourage di G. E lei stessa, sulle prime, è stata sedotta dai modi d’altri tempi di quel famoso scrittore. Poi, giustamente arrabbiata con la figlia appena scoperta la relazione, ha provato a ragionare. Ma ha desistito, certa di una presunta maturità della ragazza.
Vanessa Springora racconta tutto senza filtri in Il consenso (La Nave di Teseo, traduzione di Gaia Cangioli). Non è clemente né con sé stessa, vittima di un pedofilo nè con il contesto totalmente accomodante, nelle migliore delle ipotesi – in realtà cieco. Racconta come è finita nel baratro, quando ha iniziato ad accorgersi di cosa fosse capace quell’uomo che diceva di amarla e come ne è uscita, passando in un’altra spirale dolorose in cui, per reazione, ha continuato a buttarsi via circondandosi di persone squallide.
Raccontando ha provato a capire, a elaborare e a vendicarsi. Per colpa di G., predatore seriale, e di una società che ha preferito – forze dell’ordine comprese – far finta di niente, Vanessa ha vissuto un incubo di manipolazione e violenza psicologica ed è stata costretta a riviverla, “nella versione” di G. che riscrive a modo suo la loro storia nei libri che pubblica e le impedisce di lasciarsi tutto alle spalle. Finché V., proprio nella scrittura, troverà la chiave per riconquistare la sua libertà.
Vanessa Springora è un’editrice, scrittrice e regista francese. Il consenso è il suo primo libro, un racconto autobiografico basato sulla sua esperienza personale nel mondo della letteratura e dell’editoria francesi e sulla sua relazione con lo scrittore Gabriel Matzneff. Con questo libro ha vinto il Prix Jean-Jacques Rousseau per l’autobiografia.
Rossella Montemurro