venerdì, 26 Aprile 2024

In data odierna, a
conclusione di complesse indagini, su disposizione della Direzione Distrettuale
Antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza, che ha coordinato le
indagini, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Matera, dalle Squadre
Mobili delle Questure di Potenza e Matera e dal Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Matera hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia
cautelare personale in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P.
Distrettuale del Tribunale di Potenza, nei confronti di 25 indagati  responsabili di aver fatto parte, a vario
titolo, di un’associazione armata di stampo mafioso con base a Scanzano Jonico
(Matera), denominata clan “Schettino”, dedita principalmente al racket delle
estorsioni in danno di imprenditori del ed allo spaccio di stupefacenti, e di
altro sodalizio criminale, denominato gruppo “Russo”, attivo nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, principalmente cocaina e hashish
(inizialmente i dite gruppi operavano in modo coordinato e, come emerso dalle
successive indagini, in seguito si dividevano anche con forti e violenti
contrasti).
E’ stata altresì disarticolata un’ulteriore associazione, denominata gruppo
“Donadio”, operante nel comune di Montalbano Jonico (Matera), finalizzata al
solo traffico c spaccio di stupefacenti, di cui si riforniva anche dai primi
due sodalizi.
Il territorio interessato è quello della costiera jonica lucana.
Tra gli arrestati, 12 sono associati a diverse case circondariali ed altri 13
sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Nel medesimo contesto
sono state eseguite 22 perquisizioni domiciliari, nei confronti di ulteriori
indagati, alla ricerca di armi e droga.
I principali reati contestati, sono:
associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.); associazione
finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (artt. 74 c 73 del
D.P.R. 309/1990);
incendio e danneggiamento a seguito di incendio (art. 424 e 423 c.p.);
minaccia aggravata dal metodo mafioso (art. 612 c.p. aggravato dall’art. 7
legge 203/1991);
estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 629 c.p. aggravato dall’art. 7
legge 203/1991);
detenzione e porto illegale di armi (artt. 2, 4 e 7 legge 895/1967);
tentato omicidio e lesioni personali (artt. 56, 575, 577 e 582 c.p.);
trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità di agevolare il
sodalizio mafioso (art. 12 quinquies D.L. 306/92, convertito in L. 356/92 – ora
art. 512 bis c.p. , aggravato dall’art. 7 legge 203/1991).
L’attività — svolta
brillantemente da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, mediante
intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni c sequestri, anche in
arresti in flagranza di reato — ha evidenziato l’esistenza, sul versante ionico
della Basilicata c dunque in Provincia di Matera, di una realtà criminale di
eccezionale pericolosità che, non solo, si pone in costante collegamento con i
sodalizi criminali operanti nei territori delle regioni limitrofe, ma che ha
sviluppato una propria autonoma capacità di intimidazione e di “governo”
criminale del territorio, inducendo assoggettamento ed omertà.
Si tratta di un fenomeno che si è sviluppato per anni e che si è profondamente
radicato nel sociale ed economico dei territori interessati, come i diversi
filoni d’indagine – che hanno monitorato un periodo di anni ( dal 2011 ad oggi)
– hanno di accertare.
Assai preoccupante, e pienamente dimostrativo dell’inquinamento del tessuto
socioeconomico dei territori in questione, la circostanza che la collaborazione
delle vittime di estorsioni, incendi, violenze, sia stata molto scarsa, e che,
solo l’attività investigativa svolta con eccezionale professionalità da
Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, abbia consentito di ricostruire la
dinamica e la causale dei fatti, oltre che l’individuazione dei responsabili.
La mafiosità del gruppo Schettino è emersa in tutta la sua evidenza, da
circostanze di fatto che pongono le attività del sodalizio in esame nel solco
di quelle tradizionalmente svolte dalle associazioni di stampo mafioso
calabresi, pugliesi, campane, siciliane:
Imposizione della guardiania, estorsioni in danno di operatori economici,
incendi dei beni degli operatori economici riottosi, reinvestinento in attività
lecite dei proventi illeciti, controllo di attività economiche, tentativi
d’infiltrazione negli appalti pubblici, fittizia intestazioni di beni,
esistenza di un rigida scala gerarchica che con si interrompe
neanche in presenza dell’arresto dei capi e dell’organizzazione, disponibilità
di armi da guerra, assistenza agli in difficoltà o ristretti in carcere,
formule rituali di affiliazione, repressione violenta dei dissidi interni,
caratterizzano in pieno il programma criminoso del sodalizio.
Nel corso dell’attività di indagine sono stati complessivamente sottoposti a
sequestro, in diversi momenti, 7 kg circa di sostanza stupefacente di vario
tipo (fra cocaina, hashish, eroina e marijuana) e, soprattutto, si sono individuati
(e sul punto le indagini sono in pieno svolgimento) alcuni degli investimenti
del clan Schettino (locali, fabbricati, terreni ), naturalmente a presta-nomi,
che, pure, in data odierna, sono stati sottoposti a sequestro.
Nell’operazione sono
stati impegnati 170 Carabinieri, 100 agenti della Polizia di Stato e 60
militari della Guardia di finanza, collaborati da unità cinofile e con il supporto
di un elicottero. Sono state interessate le provincie di Matera, Potenza, Bari,
Lecce, Foggia, Milano e Salerno.
Le indagini sono tuttora in corso e suscettibili di ulteriori sviluppi.
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