sabato, 20 Aprile 2024

Si è concluso tragicamente
il viaggio del giovane esemplare di capovaccaio Clara, partita il 3 settembre
dalla Murgia materana per la migrazione verso l’Africa sub-sahariana. Insieme a
Bianca era giunta speditamente nella Sicilia occidentale e da lì avrebbero
dovuto “saltare” in Tunisia.

Invece, il 9 settembre il
colpo di fucile di un delinquente ha stroncato la vita di Clara, circa 10 km a
nord-ovest di Mazara del Vallo, nel trapanese. Quel colpo di fucile ha
procurato a Clara due giorni di sofferenza e la morte.

“Ha anche impedito che
Clara potesse rappresentare una speranza in più per la popolazione di
capovaccaio italiana perché quel piccolo avvoltoio, abbattuto da un
bracconiere-delinquente a pochi mesi dalla nascita, non potrà fare ritorno in
Italia, trovare un compagno e contribuire alla perpetuazione della propria
specie. – si legge nel comunicato dell’Associazione CERM, Centro Rapaci
Minacciati  Sette pallini di piombo
distribuiti nel suo corpo sono stati evidenziati dalle radiografie prontamente
effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, dove la
sua carcassa era stata conferita dai Carabinieri del Servizio CITES della
Sicilia che l’hanno rivenuta questa mattina, attivati dal Raggruppamento
Carabinieri CITES di Roma su segnalazione della nostra associazione.Un
ritrovamento che si deve al fatto che Clara era equipaggiata con GPS/GSM e che
poco prima di morire era uscita allo scoperto. Purtroppo è noto che la Sicilia
occidentale rappresenta per i rapaci migratori e per l’avifauna in genere una
sorta di gigantesco “buco nero” nel quale vengono inghiottiti ogni
anno innumerevoli uccelli a causa di un bracconaggio intenso e diffuso. Solo il
monitoraggio di Clara mediante il GPS/GSM ha permesso l’emersione di un reato
che, è logico pensare, sia commesso abitualmente nell’area. I pallini che hanno
centrato il corpo di Clara hanno vanificato i tanti sforzi profusi per la sua
nascita in cattività e per l’organizzazione del suo rilascio: c’è chi lavora
con passione per assicurare un futuro a specie che stanno scomparendo per molte
cause antropiche e c’è chi ancora, nel 2018, non riesce a dare un senso alla
sua esistenza se non sparacchiando qua e là ed è così idiota e criminale da
ammazzare un rapace protetto e in via di estinzione. Si spera almeno che la
morte di Clara possa servire a dare un giro di vite all’anarchia totale che
vige nell’area e spingere ad un contrasto più efficace del virulento ed
impunito bracconaggio che vi regna. Da parte dei Carabinieri forestali – conclude il CERM – c’è il
massimo impegno per cercare di scoprire l’autore di questa barbarie”.
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