lunedì, 29 Aprile 2024

Un grave incidente stradale, causato dal figlio, nel quale è rimasta ferita una ciclista. La cauzione per evitare l’arresto del ragazzo ammonta a diecimila euro. Comprensibile il panico di un padre anziano che immediatamente si mette alla ricerca della somma e la consegna. È accaduto davvero, nel novembre scorso, a un 82enne di Matera che ha ricevuto sul telefono fisso una chiamata concitata – durante la quale ha anche ascoltato una persona piangere che si simulava fosse il figlio – e non ha esitato a trovare i diecimila euro per andarli a consegnare in tribunale. I truffatori lo hanno fermato nei pressi del portone di casa e un finto carabiniere in borghese ha preso i soldi. La moglie dell’anziano, rientrata a casa, dopo il racconto del marito ha immediatamente contattato il figlio, residente a Torino, che non aveva causato nessun incidente. Immediata la denuncia ai Carabinieri e le successive indagini.

Oggi, nelle prime ore del mattino i militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Matera hanno eseguito due misure cautelari, di cui una in carcere ed una ai domiciliari, a carico di due pregiudicati campani di 48 e 47 anni, accusati di “truffa aggravata in concorso”. I particolari della vicenda sono stati illustrati stamani, nella città dei Sassi, in una conferenza stampa, dal comandante provinciale di Matera dell’Arma, colonnello Giovanni Russo e dal comandante della Compagnia di Matera tenente colonnello Gianfranco De Sario.

Si tratta ormai del consolidato sistema della “truffa del falso incidente stradale che vede coinvolto il figlio/nipote della vittima”.

In particolare le persone anziane vengono contattate sulle loro utenze fisse da un sedicente carabiniere, e con artifici e raggiri vengono indotti a pagare immediatamente ingenti somme di denaro contante o a consegnare oggetti preziosi ad un corriere quale cauzione per il Tribunale, al fine di evitare il carcere a figli o nipoti che vengono indicati come rimasti coinvolti in gravi incidenti stradali; durante tale contatto, spesso, al fine di ostacolare la difesa della vittima mediante telefonate ai propri cari, vengono utilizzate dai malfattori altre utenze mobili intestate a persone straniere per “intasare” tutte le linee telefoniche fisse o mobili della vittima, al fine di riuscire a compiere la truffa senza rischiare l’intervento o l’allertamento di parenti della vittima stessa.

Trattandosi di un fenomeno altamente odioso che si sta diffondendo sempre più, nonostante le martellanti campagne di sensibilizzazione con incontri di persona e tramite articoli stampa portate avanti dai Carabinieri, i militari si sono subito messi al lavoro.

Durante la denuncia, i militari hanno acquisito una precisa descrizione dell’abbigliamento e del soggetto che si è recato a prendere il denaro a casa della vittima; successivamente, sulla base degli orari e della zona in cui è avvenuta la truffa, i Carabinieri hanno controllato minuziosamente tutti gli impianti di videosorveglianza pubblici e privati, al fine di individuare autoveicoli sospetti.

Nel corso della ricerca, è emersa una vettura nera, non intestata a soggetti materani, sulla cui targa sono stati effettuati immediati approfondimenti, riuscendo a risalire anche alle generalità degli occupanti, in quanto la medesima auto era stata fermata quella stessa mattina dai Carabinieri di un comune a Locorotondo, poiché segnalata agli stessi Carabinieri da alcuni cittadini del posto come sospetta, proprio perché associata alle numerose truffe in corso in numerosi centri abitati anche della Puglia.

Da tale controllo, estrapolati i dati dei due occupanti campani e le loro foto, queste ultime sono state sottoposte alla vittima per il riconoscimento, individuando nel conducente della vettura il soggetto che si era recato a casa sua per ritirare il denaro.

Le ricerche dei Carabinieri sono poi continuate sui probabili percorsi seguiti dai malviventi per rientrare nelle zone d’origine, fino ad individuare ed acquisire le videoriprese di un’area di servizio nel potentino dove i due soggetti, già controllati dai Carabinieri in Puglia prima della truffa, vengono ripresi ancora insieme con la stessa vettura anche dopo l’esecuzione della truffa a Matera; in più, dalle immagini è emerso che il soggetto che aveva ritirato i soldi vestiva sempre gli stessi abiti ben descritti dalla vittima.

I gravi indizi di colpevolezza a carico dei due campani sono stati meticolosamente raccolti dai Carabinieri della Compagnia, sotto la costante direzione della Dr.ssa Angela Continisio, Sostituto Procuratore della Repubblica di Matera, che ha chiesto ed ottenuto dal GIP dott. Angelo Onorati del Tribunale della Città dei Sassi l’emissione dell’odierna misura cautelare a carico dei due indagati, calibrata sulla base dei rispettivi precedenti di polizia degli stessi. Gli accertamenti compiuti finora sono comunque nella fase delle indagini preliminari e necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap