giovedì, 25 Aprile 2024

Riceviamo
e pubblichiamo dai Carabinieri Forestali di Matera:

   “I Carabinieri Forestali hanno notificato l’avviso
di conclusione delle indagini da parte della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Matera ai responsabili di Tecnoparco, Syndial, Drop e funzionari
dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera.

     Le indagini dei Carabinieri Forestali del
NIPAAF (Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale) di
Matera sono iniziate nel marzo 2012 su delega dell’Autorità Giudiziaria di
Matera.

     Tra l’area industriale di Ferrandina e quella
di Pisticci, il Consorzio Industriale della Provincia di Matera aveva costruito
una condotta fognaria che, attraverso l’impianto TRAF di Pantaniello,
permetteva lo smaltimento dei rifiuti liquidi prodotti a Ferrandina dalla
Società Drop,  specializzata nella
produzione di filati tecnici, e dalla Società Syndial. Attraverso tale condotta
i rifiuti liquidi sarebbero dovuti pervenire presso la Tecnoparco Valbasento, ubicata
a Pisticci Scalo, per essere smaltiti dalla stessa Società che gestisce la
condotta.

     La Syndial è una società che dal 1999
gestisce una superficie di 12 ettari in cui sono stati collocati i terreni
inquinati derivanti dalla bonifica dell’area ex- Liquichimica di Ferrandina. In
tale discarica, che prende il nome di “area diaframmata” in quanto è limitata
da un muro di diaframma che la isola dal vicino greto del fiume Basento, la
Syndial deve, su prescrizione del Ministero dell’Ambiente, provvedere all’emungimento
dei rifiuti liquidi dalla suddetta area, situata all’interno del Sito Inquinato
di Interesse Nazionale Val Basento e al loro trasferimento presso gli impianti
della Tecnoparco, per il successivo trattamento, attraverso la condotta fognaria.

     Tale condotta, durante l’alluvione dell’1
e 2 marzo 2011, che colpì tutta l’area del Metapontino, fu danneggiata
dall’esondazione del Basento, come emerse dagli accertamenti svolti dall’ex
Corpo Forestale dello Stato (Carabinieri Forestali dal 2017) e da quel momento,
fino all’intervento nel 2012 dei Carabinieri Forestali i rifiuti liquidi si
sono sversati sul suolo e, per caduta, nel fiume  Basento e quindi nel mare, cagionando un danno
all’ambiente con pericolo per le persone, inconsapevolmente esposte dal 2011 al
2014, determinato dalla presenza di percolato emunto dall’area diaframmata
costituito da manganese, cloruro di vinile dicloretano, dicloroetilene, tricloroetilene
e tricloretano sversato nella quantità accertata di 31.688 mc corrispondenti a
circa 1000 autobotti, dalla Syndial per un volume di 14.252 mc e dalla Drop per
un volume di 17.436 mc.

     Nonostante tale situazione, la Tecnoparco
Valbasento certificava, per l’anno 2011-2012, il regolare smaltimento dei
rifiuti senza mai denunciare il mancato arrivo dei reflui al suo impianto dagli
unici due clienti che si servivano della condotta fognaria, Syndial e Drop,
emettendo nei loro confronti fatture per un importo totale di €. 171.717,82 per
operazioni di smaltimento mai eseguite.

    Successivamente all’evento del marzo 2011,
la condotta fognaria è stata ripristinata in forza di un nulla osta e permesso
di riattivazione rilasciati dal Dirigente pro-tempore dell’Ufficio Ambiente
della Provincia di Matera in favore di Tecnoparco Valbasento, in violazione
delle norme di legge che prevedono la competenza al rilascio di tale autorizzazione
all’Ente Regionale. Ma il funzionario pubblico, oltre a consentire l’esercizio
dell’impianto e la gestione dei rifiuti in assenza di autorizzazione, ometteva
anche di comunicare alla Regione che la fogna chimica era connessa fisicamente  all’impianto di  Tecnoparco, l’unico valutato in ambito AIA (Autorizzazione
Integrata Ambientale) e che vi erano delle modifiche impiantistiche
nell’impianto di Ferrandina mai sottoposte a valutazione da parte dell’Autorità
amministrativa competente, con conseguente pericolo per l’ambiente e la salute
pubblica. 

     Tecnoparco Valbasento ha continuato
nell’esercizio della condotta fognaria e la Società Drop ha continuato a
smaltire illegalmente e consapevolmente i rifiuti liquidi nel Basento fino al
2014, nonostante un nuovo evento atmosferico nel dicembre 2013 avesse
nuovamente rotto la condotta, che presentava carenze strutturali sin dall’iniziale
costruzione.

    Per quanto esposto, a conclusione delle
indagini preliminari, il Pubblico Ministero ha richiesto il  rinvio a giudizio dei responsabili di Tecnoparco
Valbasento, della Syndial, della Drop nonché dei dirigenti dell’Ufficio
Ambiente della Provincia di Matera per 
smaltimento senza autorizzazione di rifiuti speciali liquidi.



Le precisazioni di Tecnoparco
Apprendiamo da notizie di stampa che, nei confronti di dipendenti della scrivente società, sarebbe stato emesso un provvedimento di richiesta di rinvio a giudizio per fatti attinenti il presunto smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali liquidi.
Cogliamo l’occasione per significare che tale richiesta di rinvio a giudizio ci è ignota, e per ribadire l’assoluta serenità della Tecnoparco che deriva, oltre che dalla piena coscienza di avere sempre operato nel rispetto della legge, anche dall’assoluta fiducia nell’operato della Magistratura che, certamente, appurerà la verità dei fatti nelle sedi opportune.
Ciò premesso, non possiamo non precisare alcuni elementi in merito a quanto attribuitoci a mezzo stampa.
In particolare lo sversamento a cui ci si riferisce, che è dalle stesse fonti qualificato come derivante da eventi naturali e non prevedibili, è terminato in data 08/03/2012e non è mai proseguito oltre. Di tanto, evidentemente, si dà atto anche nel provvedimento di conclusione delle indagini preliminari.
Tali fatti sono oggettivi ed incontrovertibili.
Inoltre, a riprova della diligenza dei comportamenti della scrivente, non appena si è avuta notizia di tale evento, si sono immediatamente attivate tutte le procedure previste dalla legge: azioni di messa in sicurezza e caratterizzazioni analitiche.
Da tali caratterizzazioni è emerso che la porzione di suolo interessata dallo sversamento non ha subìto alterazioni misurabili e significative, tanto che le operazioni di caratterizzazione condotte ai sensi del comma 2 dell’art. 242 del d.Lgs 152/06, hanno sancito il mancato superamento delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) finanche per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale di cui alla colonna A della Tab. 1 dell’allegato 5 alla parte IV, titolo V, del D.lgs. 152/06. Lo sversamento era dunque inidoneo a causare un danno all’ambiente.
A valle del ripristino della condotta fognaria, avvenuto dopo l’assenso della Provincia del 30/03/2012, questa è stata utilizzata solo ed esclusivamente per le acque reflue industriali (tali erano qualificabili quelle prodotte dalla ditta DROP) che venivano inviate al depuratore di Macchia di Ferrandina, autorizzato per l’appunto al trattamento delle acque reflue ed allo scarico.
In concomitanza con gli eventi meteorici che hanno caratterizzato i primi giorni del dicembre 2013, in via precauzionale, la condotta fognaria a servizio dell’area industriale di Ferrandina, fu preventivamente messa fuori servizio avvertendo immediatamente gli utenti di sospendere gli scarichi. Anche di ciò si hanno evidenze oggettive.
Come si paventava, effettivamente la condotta si danneggiò nuovamente e, grazie all’azione preventiva posta in essere, non vi fu alcuno sversamento.Per poter proseguire le proprie attività industriali, la ditta DROP ha inviato le proprie acque reflue, a mezzo autocisterne, presso l’impianto di trattamento di Pisticci Scalo, autorizzato al trattamento di rifiuti liquidi in virtù dell’AIA n. 1387 del 01/09/2010.
Quindi possiamo affermare con assoluta certezza, e in virtù di elementi oggettivi ed incontrovertibili, che a far data dal 08/03/2012 nessun sversamento si è verificato e chele analisi puntualmente e ritualmente svolte non hanno evidenziato il benché minimo superamento dei limiti di legge fissati per la qualità delle matrici ambientali interessate.

Tutto ciò premesso, rimaniamo fiduciosi nell’operato della magistratura e confidenti di riuscire a dimostrare nelle sedi opportune la liceità del nostro operato e di quello di tutti i nostri dipendenti.

La nota della Provincia di Matera

In riferimento alla notizia relativa alle
presunte responsabilità dei dirigenti pro tempore della Provincia di Matera,
riguardo all’inquinamento causato dalla rottura della condotta di collegamento
degli impianti industriali Syndial e Drop con il sito di trattamento Tecnoparco
Valbasento, l’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera intende fare alcune
precisazioni.

Nel documento pubblicato dagli organi di
informazione viene evidenziato: “Dopo l’evento del marzo 2011, la condotta
fognaria è stata ripristinata, in forza di un nulla osta e di un permesso di
riattivazione rilasciati dal dirigente pro tempore dell’Ufficio Ambiente della
Provincia di Matera a favore di Tecnoparco, in violazione delle norme di legge
che prevedono la competenza al rilascio di tale autorizzazione alla Regione”.
In proposito si precisa che la Provincia di Matera ha rilasciato il parere
positivo al ripristino di un’infrastruttura (condotta) presente sul territorio
da decenni. Il nulla osta e il parere, che sono provvedimenti endoprocedimentali,
non rappresentano, com’è noto, titoli autorizzativi allo svolgimento di
attività di smaltimento dei reflui.

Quanto all’esistenza di una condotta
fognaria, quella di Ferrandina, che si definisce non ricompresa
nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della Regione Basilicata e di
cui sarebbe stata omessa la comunicazione, da parte della Provincia, alla
stessa Regione, si fa presente inoltre che l’Aia non vincola la scelta delle
modalità di conferimento delle acque reflue industriali o dei rifiuti liquidi.
Nell’Aia è infatti contemplata sia la modalità del loro trasferimento
all’impianto di trattamento tramite condotta, che con l’utilizzo di autobotti.
La modifica delle modalità di conferimento dei reflui e dei liquidi industriali
non sono vincolate, quindi, all’ottenimento di autorizzazione Aia, ma
necessitano, nel caso, solo dei titoli edilizi necessari per effettuare i
lavori di scavo e di messa in posa della condotta.
Ad ulteriore precisazione, si fa presente che la Regione Basilicata era perfettamente
a conoscenza della presenza della condotta fognaria di Ferrandina utilizzata
dalla Drop, dal momento che all’atto dell’interruzione della condotta
principale, Tecnoparco ha dato luogo (art. 242 D.Lgs. 152/06) alla messa in
sicurezza di emergenza (Mise), dandone comunicazione al Comune di Ferrandina,
alla Provincia di Matera, alla Regione Basilicata e alla Prefettura di Matera.
Nei giorni successivi, Tecnoparco, in contraddittorio con Arpab, ha provveduto
al prelievo di campioni per determinare lo stato di inquinamento e determinare,
eventualmente, il superamento delle Csc (concentrazione soglia di
contaminazione). Dai report analitici si evince il mancato superamento delle
Csc. Relazione, report analitici e autocertificazione sono stati inoltrati,
oltre che alla Provincia di Matera, anche alla Regione Basilicata e al
Ministero dell’Ambiente che nulla hanno eccepito sia sotto il profilo formale
che sostanziale.

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