giovedì, 24 Ottobre 2024

Crisi idrica, il presidente Bardi nominato commissario

Il presidente della giunta regionale della Basilicata, Vito Bardi, è stato nominato Commissario straordinario per la gestione della crisi idrica e del piano degli interventi. La nomina governativa è giunta oggi pomeriggio dopo la deliberazione, da parte del Consiglio...

Quanti usano il pellet come fonte di riscaldamento prevalente dovrebbero acquistarlo ora per evitare i fisiologici aumenti attesi all’inizio della stagione termica. Il consiglio giunge dall’Associazione italiana energie agro forestali.

In continuo aumento nel 2022 a causa soprattutto della guerra in Ucraina, segna ora un’inversione di tendenza, con una flessione di oltre il 40% del suo prezzo. I dati raccolti dalle aziende associate al gruppo Pellet ENplusdi Aiel, l’Associazione italiana energie agro forestali, e dagli operatori della grande distribuzione, segnalano un prezzo medio nazionale di 6,19 euro al sacco, contro i 9,31 euro di gennaio 2023. 

“Finalmente il costo del pellet è tornato alla normalità perché nei mesi scorsi ha sfiorato anche i 15 euro. – spiega il 36enne Davide Sforza di Marconia di Pisticci titolare di Sforza Pellet – Noi comunque non siamo mai arrivati neanche a 9 euro, quest’anno il più caro è 6,50 ma abbiamo anche qualità a 5 euro”.

Tanta la scelta (abete bianco certificato ENplus A1, misto faggio e abete, solo abete bianco, solo per citarne alcuni) in un’attività commerciale nata quasi per caso: “Ho la stufa a pellet e non volevo pagarlo a 12 o 13 euro, così ho preso un contatto all’estero”, confida.

Questo, insomma, è il momento ideale per fare un po’ di scorta: un eventuale rialzo dell’Iva, una domanda in aumento, e l’andamento della guerra in Ucraina sono i fattori che nei prossimi mesi potrebbero incidere sul prezzo.

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