lunedì, 29 Aprile 2024

Foto Sandro Quarto
 
Istrionico, con una
gestualità ipnotica, protagonista indiscusso del palco. In jeans, camicia bianca e a
piedi nudi, per due ore e mezza Giuseppe Povia, ospite musicale dei
festeggiamenti di Sant’Innocenzo e San Rocco a Grassano con il suo DivertimenTour targato
Italia Eventi srl, ha letteralmente catturato il pubblico. 
Una platea eterogenea,
composta in prevalenza da gente di trenta e quarant’anni, che ha raggiunto il
cantautore da ogni parte della regione (in tanti provenivano di Potenza e
provincia). Una vera e propria festa con la band nella quale sono stati una
ventina i suoi brani, oltre ai pezzi di Pino Daniele, Edoardo Vianello, Rino
Gaetano, Enzo Jannacci e un emozionante omaggio a Pino Mango con “Amore
per te”.
 
Foto Sandro Quarto
“I bambini fanno
oh”, il brano di punta di Povia (vincitore morale di Sanremo 2005) ha
aperto e chiuso il concerto che, ha sottolineato, più che da canzoni è composto
da provo-canzoni: “Le dedico alle mie bimbe perché vorrei che
crescessero in un mondo meno addormentato. Vorrei trasmettere attraverso le
canzoni la mia vicinanza ai diritti dei più deboli, i bambini”.

Foto Sandro Quarto
 
A seguire “È
dura”, “È vero”, “Anche no” – tutti e tre con
arrangiamenti nuovi e molto ritmati -, “La soglia del tre” – da “NuovoContrordineMondiale
-, “Vorrei avere il becco”, brano quest’ultimo, con cui ha vinto
Sanremo nel 2006 – una vittoria dedicata ai suoi genitori che stanno insieme da
53 anni: “La famiglia è una cosa importante, è fatta di carne e sangue,
non solo di momenti di felicità. “Vorrei avere il becco” è una canzone dedicata
ai nonni, ai bisnonni e a tutti quelli che hanno onorato la Costituzione del
’48. Spunto, questo, che ha introdotto “Al Sud” (presentata per gareggiare al
festival della Città dei fiori, otto anni fa, senza però essere selezionata).

Foto Sandro Quarto
Quando è la volta di
“Emozione”, una delle tracce di “Centravanti di mestiere” ha
chiamato dal pubblico, accanto a lui sul palco, una signora che lo segue da
tempo. Un momento toccante che si è concluso con una delle massime di Povia,
ben in evidenza su uno dei grandi cartelli alzati verso la platea: “Sorridi
tanto è uguale”.
Per introdurre
“Cameriere”, il brano che anticipa l’uscita del prossimo cd, ha
ricordato di aver fatto il cameriere per 20 anni, un lavoro che gli ha
consentito di coronare il sogno di cantare senza dover pesare sulla famiglia:
“Servendo ai tavoli ho capito che non siamo al mondo solo per far star
bene noi stessi ma anche per far star bene”.

Foto Sandro Quarto
Con “Zoccoli”
ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che per lui “la vera
tendenza è andare in controtendenza” per poi rivolgersi, lanciando “T’insegnerò”
a tutti quelli che “avrebbero voluto e non hanno potuto essere genitori e
a chi avrebbe potuto e non ha voluto”.
“Spettinata”,
invece, è per quante “non sono spettinate nei capelli ma nella vita. Come
me, e si vede”.

Foto Sandro Quarto
 
Dopo “Chi ha
peccato”, un tuffo nelle canzoni intramontabili, strizzando l’occhio a
Battisti con “Dieci ragazze” (“Anche se io canto da schifo,  ha ironizzato – però
ci metto il cuore”) e ad altri cantanti che hanno scritto
successi a cavallo degli anni Sessanta e Settanta.

Con “Cioè” e
“Ma tu sei scemo” termina la parentesi della leggerezza e iniziano i
brani che invitano a riflettere. È il caso de “La verità” portato a Sanremo
nel 2010 e dedicato a Eluana Englaro. 

“La stampa – ha raccontato
– disse che era un inno all’eutanasia. Non sapevo neanche cosa fosse
l’eutanasia. Ho la terza media, trovai il termine sul vocabolario. Non è
assolutamente così. Sono molto credente e secondo me gli atei non esistono
perché quando l’aereo inizia a cadere tutti pregano”. 

Poi è la volta di
“Maledetto sabato”: “Nel ’92 ho fatto un incidente stradale con
il mio miglior amico, Francesco. Facevamo uso di alcol e anche di altro. Ho avuto
relazioni sociali complicate, sono cresciuto ascoltando i Nirvana, i Pink
Floyd, cantanti bravissimi ma discutibili per stili di vita. A 85 km orari, una
velocità stupida, Francesco è morto sul colpo. Alcuni discografici volevano fare
di “Maledetto sabato” una hit ma non me la sono sentita. Sono sicuro che quando
la canto Francesco mi guarda”. 

Dopo il cartello
“La vita non si gode, si vive”‘ si è passati a “Luca era
gay”, una canzone che al cantautore ha chiuso diverse porte: “Vorrei
dire a certa gente che la libertà che tanto predicano o è un valore per tutti o
per nessuno”.

Del resto, “non importa
ciò che sei, importa ciò che vuoi”.

Foto Sandro Quarto
Terminati i
ringraziamenti di Mario Lapacciana del Comitato Feste di Sant’Innocenzo e San
Rocco – Comitato presieduto da Don Carmine Rotunno -, Povia ha concluso con “I
bambini fanno oh”, invitando a tenere i cellulari alzati e con le luci accese per
poter registrare un video per i piccoli ricoverati negli ospedali pedatrici, e “Alleluja”

L’intero concerto è stato
caratterizzato dall’imponente e tecnologica scenografia di Italia Eventi srl
guidata in modo eccellente da Ugo Valicenti e Beppe Passarella. In tempo reale
le immagini del pubblico venivano proiettate alle spalle del cantautore creando
un mix avvincente.
 
 
 
Sul palco, con una
sintonia incredibile, la deliziosa Anna Magno (violino, voce), Carlo Di Gilio (chitarre), Nunzio Laviero (basso, sax) Antonio Laviero (piano), Graziano Pennetta (batteria). Povia non ha
dimenticato di ringraziare, oltre Valicenti e Passarella (“professionisti
instancabili”) anche Totò Ragno (mix sala) Gaetano Palazzo (mix palco) Daniele
Migliarino (regìa) Lello Uva (luci, effetti), Sandro Quarto (foto), Rocco,
Ciccio, Peppe e Felice per la costruzione del palco e la sua preziosa addetta
stampa, Marzia Boni.
Poco prima dell’una e per oltre un’ora non
si è risparmiato a foto, selfie e autografi con i fan dimostrando un’eccezionale
empatia e confermando di essere uno dei pochi – se non l’unico –  grande artista italiano che alle doti
professionali unisce doti umane spesso rare in cantautori del suo livello. Per
lui, come ha confidato nel backstage, anche a seguito della scelta di
autoprodurre i suoi cd, “non è una scalata è un’arrampicata. Avrei una
marea di altre idee ma ho bisogno di fare televisione”.
Però, forse, c’è nell’aria
un nuovo brano con sfumature elleniche: “Tra i temi che vorrei affrontare in
musica c’è l’Odissea perché i greci rappresentano il popolo più intelligente
sulla terra. Mi piacerebbe leggerla e magari dare un’interpretazione diversa”.
Penetrante e mai banale,
il Povia-pensiero a Grassano alla fine ha messo d’accordo proprio tutti, anche
perché “Solo chi sogna vive due volte”.
Rossella
Montemurro
 

Foto Sandro Quarto

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