venerdì, 26 Aprile 2024

Apt Basilicata, si apre la terza edizione di Fucina Madre

Dalla ceramica all’arte orafa, dal legno all’uncinetto, dall’arte digitale al recupero di antiche tradizioni manifatturiere. E’ un vero e proprio mosaico dell’eccellenza lucana quello che 44 artigiani, maker e designer, provenienti da ogni parte della Basilicata,...

A conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza, e condotte dai Finanzieri della Compagnia di Policoro, è stata data esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale e reale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, nei confronti di 9 indagati ritenuti gravemente indiziati dei delitti di associazione a delinquere, peculato, riciclaggio ed all’autoriciclaggio, fatti commessi nella provincia di Matera (Policoro e Scanzano Jonico) ed in numerose regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Abruzzo e Puglia).
Tra i soggetti sottoposti a misure cautelari, 4 sono stati associati presso diverse Case Circondariali ed altri 4 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari; inoltre, nei confronti di 1 persona è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Risultano indagate ulteriori 8 persone.
Le indagini coordinate dall’A.G., e sviluppate in modo approfondito e completo dai militari della Guardia di Finanza di Policoro, salvo restando la necessità delle successive verifiche dibattimentali e ferma restando la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva, hanno disvelato un complesso e strutturato meccanismo che, secondo l’ipotesi accusatoria, intendeva sottrarre alla futura confisca i proventi delle condotte delittuose già investigate dalla Procura Distrettuale Antimafia nei confronti dei medesimi soggetti che ruotano intorno all’imprenditore agricolo A.D.P., già rinviato a giudizio per vicende connesse al reimpiego di denaro proveniente dalle attività delittuose poste in essere da soggetti facenti parte di un sodalizio criminale operante nell’area metapontina, per acquisire terreni, immobili e macchinati, ed acquistare “a nero” prodotti ortofrutticoli provenienti da produttori terzi, dissimulandone la reale provenienza ed indicando, quale fonte produttiva, i terreni intestati, o in uso, alla propria azienda agricola.

L’attività d’indagine si è sviluppata su tutto il territorio nazionale, seguendo le tracce delle attività oggetto di attenzione investigativa e, tuttavia, il fulcro dell’interesse per le condotte delittuose in oggetto è quello della “fascia jonica lucana”, territorio ove il tessuto sociale ed economico è strettamente connesso alle attività produttive agricole di alta qualità, i cui prodotti sono esportati in tutto il territorio nazionale ed europeo.
In tale contesto, pregresse indagini avevano evidenziato l’infiltrazione di interessi criminali in grado d’inquinare il sistema economico legale attraverso l’utilizzo di capitali di provenienza illegale e senza la necessità proprio di tutti gli imprenditori onesti, di ricorrere al sistema bancario sostenendone i relativi costi.

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