venerdì, 19 Aprile 2024

Durante la
campagna di avvistamento e studio dei cetacei  dedicata ai ragazzi 
che partecipano al Campo estivo WWF nell’Oasi di Policoro (Matera), i bambini
hanno osservato una grande colonna d’acqua che si alzava di fronte
all’imbarcazione. Dopo pochi attimi ecco spuntare il dorso di un capodoglio,
che ha poi mostrato la sua gigantesca pinna caudale all’atto dell’immersione.
Questi grandi odontoceti (letteralmente “cetacei con i denti”) non sono più una
sorpresa nel Mar Jonio: negli ultimi anni sono stati numerosi gli avvistamenti
grazie alle uscite organizzate da Jonian Dolphin conservation e Oasi WWF
Policoro. I capodogli sono campioni di immersione e di apnea: possono scendere
oltre i 2.000 metri di profondità dove cacciano i grandi calamari pelagici che
individuano grazie alla ecolocalizzazione.

In passato in
Mediterraneo sono stati decimati dalle reti spadare, dove rimanevano
intrappolati: bandite dall’UE finalmente nel 2002 dopo le battaglie degli
ambientalisti  e poi dall’Italia. Oggi sono minacciati dalle collisioni
con le grandi navi, dalla diminuzione della disponibilità alimentare causata
dalla pesca eccessiva e dall’inquinamento chimico e da plastica che
ingeriscono.

Il 95% dei rifiuti
del Mediterraneo è composto da plastica, con impatti devastanti su specie e
habitat. Sempre più spesso nei capodogli spiaggiati si rinvengono grandi
quantità di plastica. Il WWF ha lanciato una petizione con cui chiede 4 azioni
urgenti alle istituzioni italiane: 1) l’impegno affinché veda al più presto la
luce Direttiva europea che vieta 10 prodotti di plastica monouso; 2)
l’introduzione di una cauzione sugli imballaggi di plastica monouso; 3) la
messa al bando dell’uso di microplastiche in tutti i beni di consumo e dei
prodotti plastici non biodegradabili; 4) fondi per la ricerca e il recupero
delle reti da pesca di plastica fantasma, abbandonate in mare.

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap