giovedì, 25 Aprile 2024

Bagno di folla a Sasso di Castalda, due sere fa, per il concerto di Giuseppe Povia, con strascico di polemiche.
Lui
ha sventolato sul palco la bandiera borbonica intonando “Al Sud”, un brano
contenuto nel cd “Nuovo Contrordine Mondiale”, lei – una ragazza lucana – lo ha
offeso pesantemente su Facebook cancellando – a polverone iniziato – il post.
“Ma
come? Canto in difesa del Sud e una del Sud mi offende? – ha postato il
cantautore sul suo profilo Facebook, riprendendo il post incriminato – Ribadiamo
che questa bandiera non è esclusiva ma inclusiva (la citazione è di Pino Aprile),
contiene i simboli della storia del Sud. Per la bandiera sono morti centinaia
di migliaia di meridionali. I “briganti” la cucivano sui mantelli e
migliaia di soldati ne conservavano pezzetti preferendo morire piuttosto che
rinnegarla. (Uno Dio Uno Re era il loro grido). Ecco perché il revisionismo
storico cresce. L’unità d’Italia è stata una truffa che ha distrutto il Sud La
vostra stori…ella non regge più”.
E’ una dichiarazione d’amore per il Meridione ma anche
una dura presa di posizione sull’Unità d’Italia il brano “Al Sud”.
Nel
pungente testo di Povia le conquiste del Sud, elencate dall’artista, stridono
con l’impresa garibaldina: “Prima dell’Unità d’Italia al Sud nessuno emigrava,
al Sud la gente si amava, al Sud si lavorava”.
Non
è un caso se ad aprire il brano siano queste frasi: “C’era una volta il Regno
delle Due Sicilie che era tutto il Sud Italia dall’Abruzzo e dal basso Lazio in
giù compresa la Sicilia. Potenza industriale e militare il Sud era ricco ma poi
venne Garibaldi fece l’Unità d’Italia e il Sud divenne povero e cadde a picco”.
Nuovo
appuntamento in Basilicata con Povia e la sua band questa sera ad Albano di
Lucania.
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