sabato, 27 Aprile 2024

Apt Basilicata, si apre la terza edizione di Fucina Madre

Dalla ceramica all’arte orafa, dal legno all’uncinetto, dall’arte digitale al recupero di antiche tradizioni manifatturiere. E’ un vero e proprio mosaico dell’eccellenza lucana quello che 44 artigiani, maker e designer, provenienti da ogni parte della Basilicata,...

 
 

 

Durante una
rapina non avrebbe esitato a uccidere. È quanto emerge dalle intercettazioni
telefoniche dei Carabinieri sul 25enne Silvio Guadalupi.
Pregiudicato,
già arrestato per un’altra rapina commessa, da minorenne, nel 2011, Guadalupi è
tornato in carcere questa mattina: secondo i militari è infatti lui il capo
della banda che il 29 agosto 2018, fece irruzione nella gioielleria “Follie
d’Oro” del centro commerciale Mongolfiera. Una rapina che scosse l’opinione
pubblica per le modalità con cui venne portata a termine: tutti i rapinatori,
infatti, indossavano tute bianche, passamontagna e guanti, e mentre uno minacciava,
probabilmente con un kalashnicov, la commessa ed alcuni clienti facendoli
sdraiare a terra, gli altri forzavano i cassetti di esposizione.
Nel corso di
una conferenza stampa nel Comando provinciale Carabinieri di Matera, il Procuratore
Capo Pietro Argentino insieme al comandante provinciale Colonnello Samuele Sighinolfi,
al comandante del Reparto Operativo Antonio Mancini e al Comandante del Nucleo
Investigativo Maggiore Erich Fasolino, ha illustrato i dettagli che hanno
portato all’arresto di Guadalupi.
Il 25enne di
Brindisi, nel pomeriggio del 29 agosto scorso, giunse a bordo di una Fiat
Grande Punto, insieme ad altre tre persone, a Matera. In tre entrarono in
gioielleria portando va circa 300 pezzi di oro per un perso complessivo di un
chilo e cento grammi.
Fuggendo, a
poca distanza dal centro commerciale, diedero fuoco all’auto utilizzata,
risultata rubata qualche settimana prima in provincia di Lecce.
I militari (i
Carabinieri del Nucleo Investigativo in collaborazione con la Sezione Operativa
del Nucleo Operativo della Compagnia d Matera), attraverso l’analisi del
traffico veicolare con il Sistema Centralizzato Nazionale Targhe e Transiti
(SCNTT) e l’acquisizione del traffico telefonico, hanno accertato la presenza
di Guadalupi in zona nei giorni che hanno preceduto la rapina, per gli
opportuni sopralluoghi. Non solo, i carabinieri sono riusciti a risalire ad un
altro veicolo, un van Ford a 9 posti, condotto da un complice e utilizzato come
mezzo di fuga dopo aver incendiato la Fiat Grande Punto. Il van, risultato
noleggiato proprio da Guadalupi, rappresentava, di fatto, un mezzo sicuro per i
rapinatori in quanto diverso da quello utilizzato per allontanarsi dal luogo
della rapina e, comunque, non rientrante nella categoria dei veicoli utilizzati
in genere per commettere simili reati. Le intercettazioni telefoniche, infine,
hanno permesso di scoprire che il ragazzo, dialogando con alcuni amici,
riferisce circostanze della rapina che solo chi aveva partecipato poteva
conoscere: dal gas nebbiogeno all’ubicazione della gioielleria nell’ipermercato.
Su Facebook, i suoi diversi profili fanno poi tutti sfoggio di frasi e foto
indicative di una persona che vive al limite della legalità. Adesso è nel
carcere di Brindisi e dovrà rispondere di concorso in rapina aggravata continuata,
ricettazione e porto abusivo di armi da fuoco. L’ordinanza di custodia cautelare
in carcere è stata emessa dal Gip di Matera Angela Rosa Nettis.

Rossella Montemurro
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