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Riceviamo e pubblichiamo da Arti Visive Gallery:
A partire dal mese di marzo 2020 anche Arti Visive Gallery ha sospeso ogni attività nel proprio spazio espositivo, aderendo alle disposizioni governative emanate per il contenimento della pandemia da SARS-CoV-2 e ritenendo opportuno che anche l’arte e gli artisti dovessero fermarsi osservando un periodo di silenzio.
Nelle settimane successive, tuttavia, si è fatta pian piano largo la consapevolezza che il momento di particolare difficoltà che stavamo vivendo dovesse essere affrontato non con rassegnazione e abbandono, ma con coraggio, responsabilità e fiducia.
Abbiamo pensato che il tempo di lockdown che ci era stato imposto poteva e doveva essere vissuto come un momento particolare per riscoprire l’arte come strumento privilegiato che gli artisti hanno per offrire una parte di sé, della propria umanità anche e soprattutto in situazioni di difficoltà; per ripensare l’arte come strumento per oltrepassare i confini anche in tempo di distanziamento fisico, come occasione per collegare mondi interni (pensieri, sentimenti e emozioni) con la realtà esterna, anche rimanendo fisicamente dove si è, come opportunità per vedere l’arte come modo creativo, unico e profondo di prendersi cura di se stessi e degli altri nella convinzione che solo la cura di tutti e di ciascuno può renderci più forti e più capaci di affrontare le paure e le fragilità. Scriveva Simone Weil, “ogni volta che facciamo veramente attenzione” e ci prendiamo realmente cura “distruggiamo una parte di male che è in noi stessi”.
Per tutte queste ragioni Arti Visive Gallery ha chiesto nell’aprile del 2020 ad alcuni artisti di offrire una testimonianza scritta o un’opera grafica, pittorica, fotografica, realizzata per l’occasione, che avesse per tema “Matera: memoria e speranza” e traesse ispirazione dai versi di una poesia scritta da Rafael Alberti in occasione di un suo viaggio a Matera nel 1973 custodita in unico esemplare originale dallo Studio Arti Visive.
La poesia si intitola “Vivo fantasma” ed in questo ossimoro abbiamo visto la sintesi di tutta la realtà in cui siamo stati e per certi versi siamo ancora oggi immersi. Una realtà fatta di paure, timori ma anche di speranza. Matera ed i suoi Sassi, durante il lockdown, apparivano, al pari di tante altre città italiane e non solo, come “fantasmi”, svuotati dalla presenza umana di cittadini e visitatori e questa immagine, per noi materani, appariva stridere dolorosamente con la pacifica invasione di “abitanti temporanei” conosciuta nel corso del 2109, l’anno vissuto da Capitale Europea della Cultura.
Tutti abbiamo agito e ci siamo comportati, quasi inconsapevolmente, come altrettanti fantasmi aggirandoci guardinghi e rapidi per le vie delle nostre città.
Ma Matera ed i suoi Sassi, la comunità tutta ed i suoi cittadini erano e si sentivano “vivi” e desiderosi di ricominciare. La nostra città e la nostra comunità volevano rialzarsi e reagire, volevano riprendere a far sentire la propria voce al mondo per “continuare ad essere quello che furono”, per riprendere quel cammino intrapreso negli ultimi anni.
Agli artisti è stato chiesto di essere con noi “ambasciatori” nel nostro paese e nel mondo di questo messaggio di speranza perché ciò che poteva sembrare impossibile potesse diventare quanto prima possibile, perché ciò che appariva “disastro” potesse al più presto tornare ad essere “meraviglia” ai nostri occhi, al nostro cuore, alle nostre menti.
E questa nostra speranza di futuro veniva e viene allora come oggi dalla memoria e dalla consapevolezza del nostro passato, dall’aver dimostrato nei secoli come città e come comunità tutta la nostra dimensione di “anti-fragilità”, cadendo certo ma provando sempre a rialzarci, resistendo alle avversità della vita e della storia ma nello stesso tempo cambiando, provando a non rimanere immobili.
Le opere pervenute in un primo tempo in formato digitale sono state pubblicate in maniera cadenzata, giorno dopo giorno, sulla pagina Facebook di Arti Visive Gallery (https://www.facebook.com/artivisivegallery/) dal 1 giugno al 16 luglio 2020.
Gli originali raccolti nei mesi successivi sono entrati a far parte di una collezione permanente e vengono ora esposti, nello storico spazio di via delle Beccherie n. 41, dal 4 al 12 dicembre 2021, non solo come puro e semplice ricordo di quello che è stato ma quale testimonianza concreta di un modo di vivere il tempo dell’oggi, dominato dalla fragilità e dalla vulnerabilità ma non sconfitto e continuamente aperto alla speranza ed alla possibilità.
La Galleria partecipa anche quest’anno alla diciassettesima edizione della Giornata del contemporaneo (11 dicembre), promossa da Amaci, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.
Nel catalogo della mostra figura il testo critico di Carlo Franza.