mercoledì, 24 Aprile 2024

 
Riceviamo e pubblichiamo dal Comune di Matera:
La produzione di Augusto
Viggiano, è un patrimonio di circa 40 mila fotogrammi (negativi e diapositive)
che l’Amministrazione Comunale, ha acquisito, data la sua straordinaria unicità
e il grande valore storico per la nostra comunità. Acquisto reso possibile
grazie a fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ai sensi della
Legge 77/2006.

Infatti l’acquisizione
dell’archivio fotografico di Augusto Viggiano fa parte di un progetto proposto
dall’Ufficio Sassi, che riguarda la realizzazione di un “Archivio multimediale delle fonti storiche: grafiche, fotografiche,
cinematografiche e documentali”
che costituisce un complemento del “Piano della Conoscenza”, inserito nel “Piano di Azione” basilare per
l’implementazione e l’attuazione del “Piano
di Gestione”
del sito UNESCO “I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di
Matera”.

L’acquisizione dell’archivio Viggiano
costituisce il punto di partenza, infatti, è intento dell’amministrazione
ampliare l’acquisizione con altri archivi altrettanto meritori che
costituiranno il recupero della “memoria”, dopo il blackout dello sfollamento
degli anni cinquanta e l’abbandono del trentennio successivo.

Infatti il conseguente difficile
compito della ricostruzione dell’identità fanno parte di un processo che ha
bisogno di riconoscersi oggi in un unico contenitore “multimediale”, dove far
confluire flashback antichi, meno antichi e recenti, seppure remoti nella
coscienza della comunità materana. Si tratta di una vera e propria mnemoteca,
un archivio della memoria, che aiuti a ricostruire la memoria collettiva del
nostro territorio attraverso la raccolta, la schedatura e la digitalizzazione
delle fonti storiche, disperse e disgregate in archivi privati e pubblici,
ancora reperibili.

Augusto, quasi 80 enne è stato un
ex-vice direttore della Biblioteca Provinciale ‘T. Stigliani’ di Matera.

Augusto, oltre ad essere
stato bibliotecario, è stato un grandissimo fotografo del territorio,
documentandocon la sua inseparabile macchina fotografica –dagli anni 70 agli
anni 90, le trasformazioni dei Sassi, dell’ Altopiano Murgico,le tradizioni e i
riti religiosi del territorio Lucano (Maggio di Accettura, Madonna di Viggiano,
ed altri).Ha testimoniato, tral’altro, la presenza nella nostra comunità di
Carlo Levi, documentando il viaggio della sua salma da Roma ad Aliano dove si
svolsero i suoi funerali. Immagini uniche di una straordinaria valenza storica.
Nel suo archivio anche scene del set cinematografico “ L’ Albero di Guernica”
di Fernando Arrabal (1975) girato negli antichi rioni Sassi.

Per Augusto la fotografia è stata
la principale ragione di vita insieme alla sua ‘ossessione’ per i libri
fotografici. Egli è stato autore di 10 volumi fotografici, ormai introvabili,
con prefazioni e commenti di studiosi e antropologi di fama internazionale.

Il perito che ha avuto l’arduo
compito di valutare la sua produzione scrive di lui e del suo archivio:

“Quantificare decenni di lavoro è come misurarsi con
una vita. Dal punto di vista monetario è francamente compito arduo, se non
impossibile. La qualità dei materiali presi in esame è fuori discussione ma, le
emozioni, gli intimi sentimenti che ha vissuto Augusto Viggiano, non possono
subire la compressione numerica di alcun calcolo numerico freddamente
ragionieristico. Si possono cogliere aspetti che emergono dal suo lavoro appartenenti
alla sfera dell’immateriale e, per forza di cose, il discorso deve essere
ampliato ad altre dimensioni. Normalmente è possibile distinguere vari aspetti
discorsivi anche quando bisogna occuparsi di fotografia. In questo caso, se i
discorsi vengono ricondotti al lavoro di Augusto Viaggiano, emergono due
evidenti processi, non certo casuali. Il primo, il più evidente, potrebbe
partire immediatamente dall’immagine e, di conseguenza, provocare la parola di
chi osserva. Questo processo verbale può andare bene a una prima lettura ma,
nel suo modo di esprimersi più autentico, il senso di marcia corretto procede
al contrario. Il fondamento è un altro. Credo che ogni singola immagine di
Viggiano proceda sempre dalla parola all’immagine. La fotografia è una narrazione
in sequenza che segue il monologo interiore di chi le ha catturate, volta per
volta. Il suo primo lavoro, decisivo per la formazione futura, emerge
continuamente. Anni trascorsi a dirigere una biblioteca lo hanno naturalmente
portato a raccontare i luoghi, i volti, gli oggetti. Sempre con l’intenzione di
proporre situazioni capaci di risvegliare nel procedere di ogni fotogramma
narrato, il ricordo, la memoria di altre storie ancora. E non è forse il
ricordo, come diceva Walter Benjiamin che “crea la rete che tutte le storie
finiscono per formare tra loro”? Una si lega all’altra, i grandi narratori lo
sanno e Viggiano ha saputo raccontare bene, lasciando un’orma profonda fatta di
passione e luce in tutti i suoi racconti.”

Questo è Augusto Viggiano, uomo
che resterà con le immagini da lui prodotte, immortale per la nostra comunità.

E’ stato un lavoro lungo e
paziente, segnato da pause, ripensamenti e paure da parte di Augusto. La
volontà di cedere all’amministrazione comunale il suo archivio fotografico è
maturata naturalmente in lui, rendendolo sereno per questa importante
operazione.

Un riconoscimento va
rivolto, per la sensibilità e l’appoggio al già Ass. Francesca Cangelli ed
all’Ass. Paola D’Antonio che ha con impegno e determinazione condotto al
raggiungimento dell’obbiettivo; determinazione ed entusiasmo che Ella ha saputo
trasmettere anche al personale dell’Ufficio Sassi che ha lavorato per il
compimento delle procedure.

Un ringraziamento particolare
è dovuto al Capo di Gabinetto Dott. Maria Rita Iaculli e al  Segretario Generale Dott. Maria Angela
Ettorre, le quali per professionalità e competenze profuse hanno sostenuto gli
atti amministrativi.

Un grazie va rivolto ai
consiglieri comunali, Antonio Sansone e Paolo Manicone per aver instaurato un
rapporto di fiducia, lealtà e amicizia con Augusto. Hanno testardamente creduto
che tutto ciò si potesse realizzare, consegnando alla comunità materana, quale
bene comune questo enorme patrimonio.

Evidentemente era scritto
che Augusto stendesse un filo sottile ed invisibile con Matera tanti anni fa.
Quel filo che nonostante tutto non si è mai spezzato e gli ha permesso di non
staccarsi mai da questa terra.

Vorremmo che la comunità
comprenda che, quello di Augusto, è stato un atto di grande amore per la sua
Matera. E noi tutti gli saremo sempre grati.
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