giovedì, 25 Aprile 2024

 
Domani, sabato 30 giugno, alle ore 19 presso la Sala
Rota del Conservatorio “Duni” di Matera, penultimo concerto della seconda
sessione  di “Chamber Music”, la stagione
cameristica organizzata dal Conservatorio Duni. Il Trio Delefan, formato dal
pianista Enzo De Filpo, dal Clarinettista Cosimo Leuzzi e dal violinista
Claudio Andriani, tutti docenti al Conservatorio “Duni” proporrà musiche di
Debussy, D. Milhaud e A. Khachaturian. La prima parte del concerto sarà tutta
dedicata a Debussy in occasione del centenario della sua morte e verranno
eseguiti: la Première Rhapsodie per clarinetto e pianoforte, le Feuilles mortes
per pianoforte e la Sonata in sol min. per violino e pianoforte.La seconda
parte prevede la  Suite per violino,
clarinetto e pianoforte di D. Milhaud ed il Trio per violino,clarinetto e
pianoforte di A. Khachaturian . Ingresso Libero.
La Rhapsodie di Debussy per orchestra con clarinetto
ebbe una origine occasionale come pezzo da leggere a prima vista per il
concorso di clarinetto del 1910 al Conservatorio di Parigi: composta per
clarinetto e pianoforte tra il dicembre 1909 e il gennaio 1910, fu orchestrata
nel 1911. La versione con orchestra fu presentata per la prima volta a Parigi
il 3 maggio 1919. Nell’amabile freschezza questa pagina sembra sospesa tra
rèverie e scherzo: alla breve introduzione segue la prima sezione con il tema
«dolce e penetrante» del clarinetto, poi una sezione centrale con un nuovo
«tema scherzando» e la ripresa variata della prima sezione (… Feuilles mortes)
(Foglie morte). Lo studio delle sonorità, sempre in dinamica piano e
pianissimo, è di nuovo alla base della composizione. In una dinamica ridotta al
minimo, Debussy impiega diversi modi di attacco del tasto, ottenendo almeno
quattro varianti timbriche della sonorità, che a metà della composizione si
trovano sovrapposte. Poco oltre la metà si ode per due volte lo squillo lontano
di tre trombe: simbolo musicale derivato dal Romanticismo, che in Debussy
assume un significato del tutto indiretto, e cioè di citazione.“Allegro vivo”.
Scrive così in partitura Claude Debussy all’inizio della Sonata per violino. Il
compositore però sta morendo di cancro. Siamo nel 1917, Debussy scrive le
importanti opere di musica da camera al tramonto della vita, un periodo per lui
dominato da due angosce: lo scoppio della prima guerra mondiale e il decorso
della malattia, un tumore che in pochi anni non gli lascerà scampo.
La Suite di Milhaud per clarinetto, violino e
pianoforte, è impostata con una certa ironia sul concetto della suite strumentale
tradizionale, dove una finta eleganza barocca si contrappone a grossolani
elementi jazzistici. La suite viene composta nel 1936 riorganizzando in quattro
movimenti parte delle musiche di scena scritte per il dramma “Le Voyageur sans
bagage” di Jean Anouilh. L’opera racconta di un veterano della prima guerra
mondiale che, soffrendo di amnesia, cerca di ricostruire i suoi ricordi;
appreso di essere un membro particolarmente crudele di una ricca famiglia,
decide di cambiare identità.
Il Trio con clarinetto di khachaturian, composto nel
1932, riflette una ricerca timbrica che è anche la sintesi dei colori
strumentali popolari, rappresentato dai tre strumenti scelti: il violino come
il kamanga, il clarinetto alter ego della zurna. E’ anche una sintesi timbrica
dei colori dell’orchestra questo ‘Trio’: infatti, a parte una manciata di altri
pezzi giovanili, è l’unico lavoro completo di musica da camera in tutta la
produzione dell’autore, il quale si è poi rivolto esclusivamente alle
composizioni orchestrali e ai balletti. Nessuno dei tre movimenti è in forma
sonata e mentre la composizione si apre in Sol minore, la sua fine è in Do
minore, contro ogni classico precedente. L’Andante con dolore, con molt’
espressione, di apertura, ovvero Primo Tempo, presenta un dialogo lirico fra
gli strumenti, con floridi abbellimenti alla maniera dei ricchi ornamenti
tipici della musica armena.
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