venerdì, 29 Marzo 2024

La Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria hanno notificato l’Avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 29 indagati, all’epoca dei fatti detenuti nella Casa circondariale di Matera, nei cui confronti è stato ipotizzato il reato di “Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”. In altri termini, agli indagati viene addebitato, a vario titolo, di aver introdotto di nascosto in carcere alcuni telefoni cellulari e SIM Card e di averli utilizzati violando il divieto di introduzione e uso di telefonini disposto dalla legge e dal Direttore dell’Istituto di pena per ragioni di ordine e sicurezza pubblica.

È una delle prime indagini in Italia in applicazione dell’articolo 391-ter c.p., introdotto dal c.d. “decreto sicurezza 2020”, che punisce l’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, comportamento che in precedenza costituiva un semplice illecito disciplinare. La pena prevista è quella della reclusione da uno a quattro anni.

Il 5 settembre 2020, nel bagno della sala destinata ai colloqui tra i detenuti del carcere di Matera e i loro familiari, ignoti avevano occultato un pacco sigillato contenente 9 microtelefoni cellulari e altrettante SIM Card. Ma il pacco e il suo contenuto non sfuggivano agli attenti controlli della Polizia Penitenziaria, che avvertiva l’Autorità giudiziaria e, dopo aver fotografato telefonini e SIM Card, richiudeva il pacco rimettendolo nella posizione in cui era stato trovato. Il pacco veniva recuperato due giorni dopo da un detenuto, che era autorizzato ad accedere alla sala colloqui per effettuarvi le pulizie.

Successivamente venivano svolte indagini dalla Squadra Mobile congiuntamente alla Polizia Penitenziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera, per individuare chi avesse introdotto i telefonini e le SIM card e chi li stesse utilizzando.

Emergeva che le SIM card, formalmente intestate ad alcuni extracomunitari residenti a Napoli, erano state attivate presso un dealer di quella città. Dalle indagini appariva, inoltre, che i cellulari e le SIM Card sarebbero stati utilizzati da 29 detenuti per comunicazioni telefoniche con familiari ed amici.

Alcune delle predette SIM Card erano state inserite e usate anche con altri cellulari già in uso ai detenuti; molti cellulari sarebbero stati utilizzati da più detenuti, solitamente ospitati nella stessa cella. Su indicazioni della Squadra Mobile, personale della Polizia Penitenziaria nel mese di gennaio 2021 sequestrava diversi cellulari e SIM Card, anche differenti rispetto a quelli costituenti l’oggetto dei fatti in questione.

Tutti i detenuti appartenevano al circuito penitenziario di “media sicurezza”.

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