venerdì, 19 Aprile 2024



Ha ottenuto i domiciliari il 30enne George Bujor, il cittadino rumeno arrestato dai Carabinieri insieme ad altre cinque persone lo scorso giugno durante l’operazione Alta tensione. 
L’uomo, secondo l’accusa, era a capo di una organizzazione specializzata nel furto di rame.
Il gip ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Gianluca Sebastio concedendo i domiciliari.
I componenti della banda furono incastrati dallo scontrino di un bar nel quale poco prima avevano acquistato delle bevande: è stato grazie a questo dettaglio che i militari del Norm della Compagnia di Matera, agli ordini del tenente Giovanni Giacomobello, iniziarono un’indagine serrata, vecchio stampo, che portò all’arresto di cinque rumeni e un italiano per associazione per delinquere finalizzata al furto di cavi in rame e alla loro ricettazione (Artt. 416,  624, 625 e 648 C.P.).  I provvedimenti furono eseguiti nei Comuni di Castellaneta (TA), Palagiano (TA) e Massafra (TA) con il supporto dei Carabinieri di Massafra e Castellaneta, l’ausilio di due unità cinofile antidroga del Nucleo di Tito e di un equipaggio del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri.
L’attività investigativa iniziò in seguito a numerosi furti di cavi di rame patiti a partire dal novembre 2017 dalla società Italcementi S.p.a. di Matera, per poi interessare anche e soprattutto le tratte ferroviarie di proprietà della FSE (Ferrovie del Sud Est) presenti sul territorio pugliese – in particolare le tratte Putignano-Noci-Alberobello, Crispiano-Martina Franca e Noci.
Dopo il primo furto alla Italcementi, nel novembre di due anni fa, fu rinvenuto uno scontrino del bar Pit Stop di Matera di euro 11,60 per l’acquisto di alcune bevande. Dalle immagini delle videocamere del bar, fu riconosciuto George Bujor, rumeno dimorante a Castellaneta. La sua Renault Laguna, con targa bulgara alle 21,15 di quel giorno era nei pressi della Italcementi. Non solo, anche la sua utenza telefonica aveva agganciato celle di quella zona per contattare un uomo di Massafra, considerato il ricettatore della “banda”. Sono seguiti altri sei furti d cavi di rame alla Italcementi, oltre a quelli in territorio pugliese ai danni delle Ferrovie Sud Est, riscontrati anche dai dialoghi, piuttosto espliciti, in  lingua rumena – tradotti da un interprete – tra Bujor e i suoi complici.
Le fasi successive dell’attività di indagine consentirono di cristallizzare le responsabilità penali dei singoli appartenenti all’organizzazione criminale e individuare il modus operandi della “banda” distinto in base all’obiettivo da colpire. Infatti, nel caso dei furti avvenuti in danno di capannoni di aziende, tranciavano i cavi elettrici sotterranei, per poi privarli della guaina in gomma sul posto e recarsi nell’immediatezza dal soggetto incaricato di provvedere alla ricettazione. Nei casi dei furti in danno della linea ferroviaria FSE, i criminali provvedevano prima a tranciare i cavi aerei per poi avvolgerli tramite uno strumento elettrico e caricarli su di un mezzo “quad” (idoneo a muoversi sia sulle rotaie che in terreni particolarmente accidentati).
Vennero alla luce le modalità e gli autori di 16 furti, commessi nell’arco temporale che va dal novembre 2017 al dicembre 2018, in cui sono stati trafugati circa 12.000 metri di cavi in rame del peso equivalente a circa 18.000 chilogrammi del valore di mercato di circa euro 100.000, con danni per oltre un milione di euro.
Le indagini furono coordinate dal Procuratore della Repubblica di Matera,  Pietro Argentino, e dal pm Maria Christina De Tommasi mentre i provvedimenti cautelari furono emessi dal G.I.P. Rosa Angela Nettis.
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