domenica, 19 Maggio 2024

Sono state le voci calde
e potenti di Dongo Mbaye e Berenice Roberts a chiudere il ciclo delle
“Lezioni di storia” dedicate al tema dei confini e delle migrazioni.
Nell’ultimo incontro del cartellone organizzato dalla Fondazione Matera
Basilicata 2019 e dagli Editori Laterza, Alessandro Portelli, professore
emerito di letteratura angloamericana alla Sapienza di Roma, ha scelto di
raccontare la straordinaria vicenda di Ouladah Equiano: schiavo, marinaio,
mercante, esploratore, “migrante” tra Africa, Americhe, Europa, nel
secondo Settecento. In “Ai confini della speranza: il viaggio degli
emigranti” lo storico ha presentato la straordinaria autobiografia in cui
Ouladah Equiano racconta come un ragazzo rapito in Africa occidentale sia
arrivato ad essere un benestante commerciante residente in Inghilterra: senza
perdere però mai la memoria delle proprie origini e perciò attivo promotore
dell’abolizione della schiavitù in nome degli interessi del nuovo ceto
produttivo della rivoluzione borghese. A questa vicenda Portelli ha voluto
intrecciare le immagini delle migranti che approdano oggi sulle nostre coste e
il canto libero di due di loro: Berenice che ha vissuto la violenza dei lager
libici e i Dongo, bracciante supersfruttato dai caporali nelle campagne pugliesi.

Una chiusura esemplare
per il progetto didattico che la Fondazione ha voluto inserire in agenda:
“Abbiamo scelto – ha commentato il direttore generale di Matera 2019,
Paolo Verri – di intitolare l’intero programma didattico della capitale europea
della cultura “Future Digs”. Leggere le tracce del passato per
scavare nel futuro. E il rap di Dongo e gli spiritual di Berenice ci hanno
ricordato che nessuna sofferenza può cancellare la speranza, che la volontà
umana di emancipazione ha una straordinaria capacità trasformatrice. Così come
la Silent Academy aveva lavorato sui simboli della tragedia del nostro tempo,
il tessuto di giubbotti di salvataggio, trasformandoli in materia prima della
creatività degli stilisti, abbiamo avuto un’altra occasione di misurarci sulla
voce del dolore che si fa testimonianza di libertà e di lotta, per riflettere
ancora sulla resilienza umana, uno dei temi fondamentali del nostro
progetto”.
“Lezioni di storia-Oltre i confini”, ha messo in campo cinque
accademici di punta, integrando le competenze degli storici – i medievisti
Barbero e Cardini, la contemporaneista Colarizi – con quelle del geografo
Farinelli e dello storico della cultura Portelli. Muovendosi nel tempo (dal 378
al 1989) e nello spazio (da Gerusalemme a Londra, da Costantinopoli a Berlino),
è stato possibile approfondire le diverse dimensioni della categoria di confine
nella nostra cultura e nella nostra storia. Dalla vicenda dell’insediamento dei
Goti nell’Impero romano (Barbero) alle rappresentazioni geografiche come motore
e non conseguenza della “scoperta dell’America” (Farinelli); dalla
linea di confronto militare e religioso della Terrasanta (Cardini) agli ambigui
punti di svolta della pace di Versailles, nel 1919, e della caduta del Muro di
Berlino, nel 1989 (Colarizi); fino alle migrazioni, forzate o volontarie, di
ieri e di oggi (Portelli).
“Nel ciclo di Lezioni Oltre i confini – osserva Alessandro Laterza – la
tensione tra passato, presente, futuro è costante, in piena sintonia con lo
spirito di Matera 2019. La storia non risponde a tutti gli interrogativi di
oggi, ma ci aiuta a comprenderne le radici e le dinamiche di fondo. Oggi più
che mai – stretti dalla miopia dei sovranismi nazionali in Europa e dalle
pressioni delle superpotenze cinese e statunitense – abbiamo bisogno di
ritrovare i fili di una rete di connessione senza conflitti”.
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