venerdì, 1 Novembre 2024



“Giorgia non riesce a frenare i pensieri, è sempre stato così. Lei sa che le persone normali non funzionano allo stesso modo. Per lei la realtà circostante scorre a un’intensità maggiore, è più vivida, come certi sogni prima di svegliarsi al mattino. (…)”.
Giorgia soffre di schizofrenia, da tre anni – da quando sta con Filippo – è riuscita bene o male, ad arginare le crisi e a condurre una vita “normale”. Fa la cassiera in un supermercato, conduce una vita nella quale ogni piccola cosa (anche leggere un romanzo) può scaraventarla in quel mondo a parte fatto di ombre, voci, suoni pronti a fagocitarla in una vita parallela, distorta, malata.
“(…) Gli schemi ripetitivi sono confortanti, per Giorgia, perché la sollevano dal dovere di assimilare.”
Filippo è il suo nido sicuro, la sua boa fino al giorno in cui incontra Mauro, l’ex maestro di teatro che la convince a tornare sul palcoscenico: non c’è nessuno capace di interpretare i personaggi come Giorgia.
Inizia così L’esercizio (La Nave di Teseo), l’esordio nella narrativa di Claudia Petrucci. Un romanzo nel quale protagonista è il tema della malattia mentale affrontato però in modo completamente diverso da testi che hanno avuto nella trama lo stesso argomento. La Petrucci offre infatti una chiave nuova per parlare di schizofrenia, per togliere lo stigma che continua a caratterizzarla.
Quando Giorgia ha una terribile ricaduta ed è ricoverata, del tutto annientata dai farmaci, Filippo e Mauro stringono una singolare amicizia (fatta anche di gelosie, ripensamenti, perplessità) pur di aiutare la ragazza. Se è vero che Filippo, nel periodo in cui aveva convissuto, aveva capito ben poco di Giorgia (bravissima nel dissimulare, e restia confidare più di tanto sul proprio passato), Mauro, per averla affiancato durante le prove, la conosce molto più a fondo e ha intuito che può esserci un modo (probabilmente l’unico) per farla “tornare” a essere sé stessa.
Sul palcoscenico, del resto, realtà e finzione si confondono e si sovrappongono: Giorgia, che è così brava a interpretare (salvo poi immedesimarsi troppo in chi sta interpretando), secondo Mauro avrebbe solo bisogno del “proprio” copione, il copione di una vita perfetta. Mauro spinge Filippo a scriverlo con lui per restituire alla ragazza almeno una parvenza di normalità. Ma quanto può essere pericolosa un’iniziativa simile?
Incendiare un’anima irrequieta può diventare un esercizio rischioso se l’attrice protagonista perde di vista il confine tra realtà e finzione. I due uomini si troveranno complici e avversari al tempo stesso, sedotti da un gioco pericoloso per riconquistare Giorgia.Tra echi shakespeariani e suggestioni che ricordano le eroine dei romanzi di Patrick McGrath, la Petrucci accompagna, con uno stile magnetico, il lettore in una storia originale e coinvolgente, già in corso di traduzione in Francia e in Germania.
Claudia Petrucci (1990) si è laureata in Lettere moderne a Milano, dove ha lavorato come copywriter, web content editor e social media manager. Ora vive a Perth, Australia. Suoi racconti e reportage sono stati pubblicati su Cadillacminima&moralia e altre riviste.
Rossella Montemurro

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