venerdì, 1 Novembre 2024


“(…) La notte fonda e la luna piena / Ci offrivano da dono solo l’atmosfera / Ma l’amavo e l’amo ancora / Ogni dettaglio è aria che mi manca / E se sto così, sarà la primavera. / Ma non regge più la scusa, no no / Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare / E credere di stare bene quando è inverno e te / Togli le tue mani calde / Non mi abbracci e mi ripeti che son grande, / mi ricordi che rivivo in tante cose (…)”

Dolcezza, malinconia, amore: nei testi delle canzoni di Tiziano Ferro ritroviamo un mondo nel quale è facile perdersi, incantandosi: quante volte ci siamo immedesimati nel suo stile delicato e abbiamo cantato i suoi brani a memoria?

Se non ci sono dubbi sul valore cantautoriale (26 anni di carriera, 9 album, oltre 20 milioni di dischi venduti, membro della giuria dei Grammy Awards ) di Tiziano, chiunque fosse perplesso sul suo esordio editoriale, La felicità al principio (Mondadori) sappia che deve ricredersi. Perché, leggendo il suo primo romanzo (il cantante ha già scritto due libri autobiografici), si rimane inevitabilmente colpiti dalla sua vena letteraria che di certo attinge, in qualche modo, anche dall’esperienza personale dell’artista. Intanto, non è un libro scontato ma affronta tematiche complesse come l’alcolismo, l’ansia, la depressione, la bulimia, gli haters, l’anaffettività. Il protagonista è il cantante Angelo Galassi: “Galassi fu, fu, un cantante italiano. Attivo dal 1999 al 2011, anno del suo decesso. Per cause misteriose, durante un viaggio a New York.

Le “cause misteriose” erano legate , stando ai pettegolezzi sulla sua mai dichiarata omosessualità, all’AIDS; ma la famiglia non confermava, anche perché la famiglia non sapeva.

Gli odiatori seriali della musica italiana, con i coltelli freschi di arrotino, erano pronti a fare a fette tutto e tutti – senza necessariamente dover ascoltare le ragioni o la logica. Gli sciacalli si ammassavano, si ammazzavano, in centinaia sul web a botte di centinaia di speculazioni da quattro soldi. A volte cattivi, più spesso malvagi. Preferivano mutilare il cadavere, per rendere più succoso il pettegolezzo. Non contavano più, quindi, i successi di Galassi, le esibizioni brillanti e le canzoni scritte: il chiacchiericcio e la pubblica gogna erano molto più allettanti – soprattutto per la marea di vigliacchi senza firma dai profili anonimi sui social media.”

La vita di Angelo è un crescendo di dispiaceri, disfatte, ossessioni: ombre a dispetto della luce del successo che lo aveva apparentemente avvolto. Ecco il motivo della sua scelta, drastica e dolorosa. Per un errore burocratico che lo dichiarava deceduto, fa perdere le sue tracce, “nascondendosi” a New York. Reiventandosi ma non riuscendo a sfuggire ai fantasmi del passato.

A un tratto, dal nulla appare Sophia, una figlia che Angelo non sapeva di avere, cinque anni, muta per scelta. La bambina capisce tutto ma non parla. La felicità al principio è la storia, raccontata in maniera magistrale, di una “disfatta salvifica”. Di una lunga discesa agli inferi, iniziata con un’adolescenza di abusi e ossessioni e culminata in una clamorosa rinuncia.

Rossella Montemurro

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