giovedì, 2 Maggio 2024

 
La parrocchia Maria SS.ma Addolorata di Matera,
guidata da don Michele La Rocca, sta organizzando con i giovani il progetto di
musical “Me l’aspettavo” le cui rappresentazioni avverranno il 31 maggio e il
1° giugno prossimo a Roma, ore 20.00, presso il “Teatro Roma”, in via Umbertide
numero 3; il 1° giugno lo spettacolo sarà riproposto anche la mattina per le
scuole medie e superiori.

“Questo evento – ha dichiarato don Michele – è
stato promosso dalla Parrocchia Santa Caterina da Siena di Roma, la comunità in
cui il nostro Arcivescovo, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, ha prestato servizio
pastorale quando era studente a Roma: è un’occasione per noi, comunità
dell’Addolorata, di vivere la gioia di essere “Chiesa in uscita” e confrontarsi
con una realtà come quella di Roma, diversa dalla nostra”.

“Me l’aspettavo” racconterà la missione e l’eredità
del sacerdote siciliano don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia il 15
settembre 1993 nel giorno del suo compleanno perché desiderava che gli abitanti
del quartiere di Brancaccio nella città di Palermo, stando lontani dalle
diverse forme di illegalità, avessero luoghi e spazi in cui poter vedere la
vita in modo diverso da quello comunemente vissuto. È un musical interamente
dedicato a don Pino con un testo inedito, frutto di un grande lavoro di ricerca
e anche il primo musical nella provincia di Matera che nel 2017 è stato reso
accessibile agli audiolesi grazie alla presenza di interprete LIS (Lingua
italiana dei segni).

Lo scopo dell’iniziativa trova la sua massima
espressione nel coinvolgimento e nell’occupazione di giovani facenti parte
della parrocchia che svolgono un percorso di formazione spirituale ed
insegnamento alla condivisione DEI VALORI UMANI E SOCIALI e che con questa
iniziativa vengono resi attori e vivono un momento di protagonismo che li rende
liberi dalle difficoltà che affrontano nel quotidiano a causa di disagi
familiari.

Il musical è diviso in due parti per una durata di 90
minuti: la prima parte è incentrata su scene di vita ordinarie nel quartiere
Brancaccio, ha un movimento fluido in cui ci sono bambini, giovani e giovani
“mafiosi” ed è per lo più recitato, mentre la seconda parte è ballata e ricca
di coreografie, con epilogo a sorpresa nel finale. “Il progetto è molto
importante – recita ancora don Michele – perché ha la finalità di fare emergere
il combattimento tra il bene e il male. Il tema della mafia è difficile: oggi
c’è, ma come un virus ha cambiato faccia e si è potenziato. Ci auguriamo che lo
Stato, la Chiesa e tutti noi facciamo sempre di più”.

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