venerdì, 19 Aprile 2024

Cari Lettori,
eccoci di nuovo zitti zitti a riflettere e a fare considerazioni sperando di nobilitare l’animo umano e di ricondurlo sulla retta via.
Rubo il titolo a qualcuno più famoso di me: il suo sogno era una società libera e solidale che garantisse uguali diritti per tutti; ci ha rimesso le penne però.
Non voglio rischiare lo stesso destino (non ci si può nemmeno lontanamente paragonare), tuttavia voglio correre il rischio di sognare.
Voglio sognare un futuro in cui gli studenti studino a scuola e gli insegnanti insegnino a scuola.
Voglio sognare un futuro in cui il medico non abbia paura di fare il medico e il paziente si affidi con fiducia alle cure amorevoli di un sistema sanitario efficiente.
Voglio sognare una Giustizia giusta, equa e rapida, che garantisca pene commisurate ma certe.
Potrei continuare all’infinito.
Voglio sognare insomma, semplicemente sognare, ma da dove inizio?
Se mi fosse consentita una scelta non avrei alcun dubbio: inizierei dalla lettura. Chi legge fa cultura, chi insegna fa cultura, chi impara fa cultura, chi scambia informazioni fa cultura. D’altra parte la arcinota “comunicazione” deve circolare, o meglio deve essere circolare, non rettilinea. Deve esserci un ritorno, un feedback, uno scambio continuo: serva a crescere, a migliorarsi.
A questo punto però divento triste, perchè mi sveglio da questo sogno e trovo un mondo in cui non si premia la conoscenza, pervaso dalla ipocompetenza indotta, ma indotta da chi?
E salto di palo in frasca: da Martin Luther King a Che Guevara: “ho un sogno”, vero, ma “un popolo che non sa leggere e scrivere è un popolo facile da ingannare”
Valete

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