Sarà all’insegna dell’accoglienza, dell’inclusività e della sostenibilità, l'edizione di quest'anno, la quattordicesima, del “Presepe vivente nei Sassi di Matera”, presentato in anteprima ad autorità civili e religiose. La rappresentazione, ideata da Sud Promotion in...
Lunedì 26 marzo alle 10,
sul palco del Teatro Sociale “D. Cajelli” di Busto Arsizio, andrà in scena Uno
Nessuno Centomila con Enrico Lo Verso e per la regia di Alessandra Pizzi (nella
foto). Nel pomeriggio, alle 18.00, sarà loro conferito il “Premio Delia
Cajelli per il Teatro”, dedicato a personalità del teatro italiano per il
contributo dato nel diffondere e tenere vivi l’opera ed il genio di Luigi
Pirandello.
sul palco del Teatro Sociale “D. Cajelli” di Busto Arsizio, andrà in scena Uno
Nessuno Centomila con Enrico Lo Verso e per la regia di Alessandra Pizzi (nella
foto). Nel pomeriggio, alle 18.00, sarà loro conferito il “Premio Delia
Cajelli per il Teatro”, dedicato a personalità del teatro italiano per il
contributo dato nel diffondere e tenere vivi l’opera ed il genio di Luigi
Pirandello.
L’evento rientra
nell’ambito della Seconda Edizione delle Giornate Pirandelliane,
“Centomilavolteuno”, a cura di Paolo Scheriani e promosse dall’associazione
Educarte in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Pirandelliani di
Agrigento.
nell’ambito della Seconda Edizione delle Giornate Pirandelliane,
“Centomilavolteuno”, a cura di Paolo Scheriani e promosse dall’associazione
Educarte in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Pirandelliani di
Agrigento.
Molto apprezzato dalla
critica e dal pubblico, soprattutto dei più giovani, già nella scorsa stagione Uno
Nessuno Centomila si era aggiudicato il Premio Franco Enriquez per la migliore
interpretazione e la migliore regia. Ospite dei più importanti festival e
teatri nazionali ed internazionali, dal debutto estivo del 2016, lo spettacolo
sta percorrendo l’Italia in una lunga e fortunata tournée che ha già superato
le 250 repliche, registrando il sold-out quasi ovunque.
critica e dal pubblico, soprattutto dei più giovani, già nella scorsa stagione Uno
Nessuno Centomila si era aggiudicato il Premio Franco Enriquez per la migliore
interpretazione e la migliore regia. Ospite dei più importanti festival e
teatri nazionali ed internazionali, dal debutto estivo del 2016, lo spettacolo
sta percorrendo l’Italia in una lunga e fortunata tournée che ha già superato
le 250 repliche, registrando il sold-out quasi ovunque.
Concepito per rendere
omaggio ad uno dei più grandi drammatughi di tutti i tempi, Uno Nessuno
Centomila dà vita ai personaggi del romanzo più celebre di Pirandello. Definito
dall’autore in una lettera autobiografica come “il più amaro di tutti,
profondamente umoristico, di scomposizione della vita”, Uno Nessuno Centomila è
l’adattamento teatrale della storia di un uomo che sceglie di mettere in
discussione la propria vita, a partire da un dettaglio minimo, insignificante.
Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I
dubbi di un’esistenza si dipanano attorno ad un particolare fisico. Le cento
maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del Sé autentico,
vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale,
grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole
cinesi, e nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a
volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che
conviene pagare, pur di assaporarla, la vita.
omaggio ad uno dei più grandi drammatughi di tutti i tempi, Uno Nessuno
Centomila dà vita ai personaggi del romanzo più celebre di Pirandello. Definito
dall’autore in una lettera autobiografica come “il più amaro di tutti,
profondamente umoristico, di scomposizione della vita”, Uno Nessuno Centomila è
l’adattamento teatrale della storia di un uomo che sceglie di mettere in
discussione la propria vita, a partire da un dettaglio minimo, insignificante.
Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I
dubbi di un’esistenza si dipanano attorno ad un particolare fisico. Le cento
maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del Sé autentico,
vero, profondo. L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale,
grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole
cinesi, e nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a
volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che
conviene pagare, pur di assaporarla, la vita.
Avrebbe voluto che
Pirandello fosse vivo, spiega Alessandra Pizzi, per mostrargli la grandezza
della sua parola, l’attualità del suo messaggio, chiedendosi, nell’osservare
l’immobilità del pubblico ad ogni spettacolo, se Pirandello fosse mai stato
consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto produrre la tumultuosa portata
dello stesso.
Pirandello fosse vivo, spiega Alessandra Pizzi, per mostrargli la grandezza
della sua parola, l’attualità del suo messaggio, chiedendosi, nell’osservare
l’immobilità del pubblico ad ogni spettacolo, se Pirandello fosse mai stato
consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto produrre la tumultuosa portata
dello stesso.
Da qui l’idea di una
nuova ed originale messa in scena volta a rendere la perennità del messaggio
pirandelliano, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di
domani.
nuova ed originale messa in scena volta a rendere la perennità del messaggio
pirandelliano, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di
domani.
In forma di monologo, il
testo è affidato al racconto e alla bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni
di assenza dal teatro, torna sul palcoscenico per dar vita ad un contemporaneo
Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”, e ai personaggi del romanzo, in un
allestimento minimale ma mutevole in ogni contesto. Una sorta di seduta
psicoterapeutica, da cui ci si sente irrimediabilmente attratti, per affondare
le mani nella propria mente, inconsapevoli degli scenari che potrebbero
aprirsi.
testo è affidato al racconto e alla bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni
di assenza dal teatro, torna sul palcoscenico per dar vita ad un contemporaneo
Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”, e ai personaggi del romanzo, in un
allestimento minimale ma mutevole in ogni contesto. Una sorta di seduta
psicoterapeutica, da cui ci si sente irrimediabilmente attratti, per affondare
le mani nella propria mente, inconsapevoli degli scenari che potrebbero
aprirsi.
Teatro Sociale, piazza
Plebiscito 8 (ingresso uffici), 21052 Busto Arsizio, tel. 0331.679000.
Plebiscito 8 (ingresso uffici), 21052 Busto Arsizio, tel. 0331.679000.
Sito web: www.teatrociale.it
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