venerdì, 29 Marzo 2024

Tricarico, riqualificazione dell’area “Borgo Saraceno”. L’architetto Trabace, progettista: “Rigenerare non vuol dire solo ricostruire le parti di un organismo, ma anche riattivarle in modo che si possano reintegrare nei suoi meccanismi meglio di prima”

Sono terminati i lavori, nel Comune di Tricarico, per la riqualificazione urbana e realizzazione di alloggi da destinare ad edilizia residenziale pubblica nell’area “Borgo Saraceno”. Progettista dell’intervento l’architetto Giuseppe Trabace, capogruppo RTP e direttore...

Giovedì 16 novembre alle 21, al Teatro
Impero di Brindisi
, andrà in scena lo spettacolo interpretato da Enrico Lo Verso (foto Ceremigna) e diretto da Alessandra Pizzi. Nell’anno in cui
ricorre il 150esimo anniversario della
nascita di Luigi Pirandello
, Uno Nessuno Centomila sta percorrendo
l’Italia, per omaggiare uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi,
attraverso una originale messa in scena del più celebre dei suoi romanzi, il
“più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”,
quello che sintetizza meglio il pensiero del suo autore.

“Sono davvero impaziente di tornare a Brindisi”
-dichiara Enrico Lo Verso- “dopo la prima rappresentazione en plein air del 2 settembre 2016 a San Giovanni al Sepolcro.
Ricordo ancora il silenzio e l’attenzione degli spettatori così assorti ed
immobili. Mi auguro di rivivere e condividere con il pubblico del Teatro Impero
le forti emozioni di quella magica serata”.

Intanto è già sold-out la matinée per gli studenti,
in programma nello stesso giorno, sempre all’Impero di Brindisi. Lo
spettacolo ha registrato oltre mille prenotazioni effettuate dagli studenti
delle scuole medie superiori della città e dei comuni della provincia.

Uno
Nessuno Centomila
è l’adattamento
teatrale della

storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita, a
partire da un dettaglio minimo, insignificante. Il pretesto è un appunto,
un’osservazione banale che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si
dipanano attorno ad un particolare fisico. Le cento maschere della
quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del Sé autentico, vero, profondo.
L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua
gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi, e nel fondo è
l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare
fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che conviene pagare, pur di
assaporarla, la vita.

Da qui l’idea di una nuova
ed originale messa in scena volta a rendere la perennità del messaggio
pirandelliano, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di
domani.

In forma di monologo, il testo è affidato
al racconto e alla bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni di assenza dal
teatro, torna per dar vita ad un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo
“senza tempo”, in una messa in scena minimale ma mutevole in ogni contesto.
Una sorta di
seduta psicoterapeutica, da cui ci si sente irrimediabilmente attratti, per
affondare le mani nella propria mente, inconsapevoli degli scenari che
potrebbero aprirsi.

Oltre 70 repliche e più di 50.000
spettatori
, sold-out quasi ovunque,
provano il successo che lo spettacolo sta riscuotendo a partire dal debutto
estivo del 2016, ospite dei più importanti teatri e festival nazionali ed
internazionali. Acclamato dalla critica e dal pubblico, soprattutto giovanile, Uno Nessuno Centomila ha ricevuto lo
scorso 5 agosto a Sirolo, in provincia di Ancona, il Premio Nazionale Franco Enriquez 2017 per la migliore regia e per
il miglior attore della Stagione 2016/17.

 Note integrali
a cura di Alessandra Pizzi

Il Progetto

Avrei voluto che Pirandello
fosse vivo, per mostrargli la grandezza della sua parola, la contemporaneità di
un messaggio, più attuale oggi a 100 anni dalla sua formulazione, il bisogno
impellente, necessario, autentico del pubblico di approvvigionarsi della
conoscenza di sé, di leggere per provare a decodificare quei segni della
quotidianità come codici di accesso ai meandri delle proprie emozioni. Mi
chiedo ogni sera, osservando il pubblico che, immobile, assiste allo
spettacolo, se Pirandello fosse veramente consapevole delle conseguenze che la
portata della forza tumultuosa, di quella giustapposizione di pensieri, di
quella serie, interminabile, di quesiti, della ricerca smaniosa di risposte,
avrebbero potuto produrre sul pubblico. O se, come spesso accade, il risultato
abbia superato le intenzioni. Di certo nel suo pensiero e nella sua opera c’è
la consegna al mondo del fardello della conoscenza, che è peso per la presa in
carica di sé stessi, ma anche leggerezza per la scoperta meravigliosa di quella
bellezza che ad ognuno la vita riserva.

Uno, nessuno
e centomila

è il romanzo chiave: non in quanto apoteosi o summa del pensiero, ma quanto
incipit per un’analisi introspettiva e macroscopica sulle dinamiche
esistenziali, ma anche socio-culturali della società. Uno, nessuno e centomila “apre”, la mente a riflessioni e a dubbi,
il cuore alla ricerca della propria essenza, ma soprattutto apre alla vita,
affinché scelga la forma migliore con cui rappresentare l’individuo.

Ho raccolto l’eredità di
questo pensiero, più per dovere che per amore per l’arte. Il dovere di chi fa
questo lavoro e che è chiamato ad interpretare strumenti di conoscenza,
inventando specifici e linguaggi in modo da renderli accessibili a tutti.

Ecco che UNO NESSUNO CENTOMILA, nel riadattamento
del testo reso in forma di monologo, che ho voluto dargli diventa il
presupposto per un teatro che “informa”, che supera la funzione
dell’intrattenimento e diventa pretesto, occasione, spunto per la conoscenza. E
in questo sta il dovere di un drammaturgo, nel trovare un codice per offrire al
pubblico l’occasione per superare sé stesso. Poco importa se il pretesto sia
una sera a teatro, del resto, Pirandello stesso ci insegna che il pretesto è
pur sempre una banalità.

Ecco che la messa in scena
di UNO NESSUNO CENTOMILA, segna il
ritorno dopo 10 anni in teatro di Enrico Lo Verso. Una seduta psicoterapeutica
affidata alla sua magistrale bravura; tutti ne sono attratti, ma in pochi sono
consapevoli degli scenari che possono profilarsi.

Ecco che 70 minuti sono il
tempo necessario ad affondare le mani nella propria mente, ricercare come in un
déjà vu, gli elementi già noti,
riconoscerli e iniziare a guardarli con una luce nuova.

Ecco che lo spettacolo
rompe gli schemi, toccando uno dopo l’altro i conflitti di un’esistenza: il
rapporto con i genitori, i dubbi sulla provenienza, il rapporto dei generi, la
ricerca dell’identità e, infine, l’affermazione di sé.

Ecco che il pubblico si
nutre di testo, in silenzio elabora, applaude e, ogni sera, ci chiede di farlo
ancora…

Lo spettacolo

In
occasione del 150esimo anniversario della nascita di Luigi Pirandello, uno
spettacolo sull’ultimo romanzo dell’autore di Girgenti, quello che riesce a
sintetizzare il pensiero dell’autore nel modo più completo. Pirandello stesso,
in una lettera autobiografica, lo definisce come il romanzo “più amaro di
tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita.
Uno,
nessuno e
centomila è un’opera di
lunga elaborazione, di assidua stesura, che accompagna, o per meglio dire
informa di sé, il resto della produzione pirandelliana. Da qui l’idea di una
nuova e originale messa in scena, che possa ricercare nuovi specifici per lo
spettacolo ma, soprattutto, sappia ridisegnare il rapporto, all’interno dello
spazio scenico tra parola e gesto. Un unico testo narrativo, per
interpretazioni sempre diverse affidate al racconto di Enrico Lo Verso, che
mette in scena un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”.
Un’interpretazione naturalistica, immediata, “schietta”, volta a sottolineare
la contemporaneità di un messaggio universale, univoco, perenne: la ricerca
della propria essenza, dentro la giungla quotidiana di omologazioni. La voglia
di arrivare in fondo ed assaporare la vita, quella autentica, oltre le
imposizioni sociali dei ruoli. La paura di essere soli, fuori dal grido sociale
della massa. Ed infine, il piacere unico, impagabile della scoperta del proprio
“uno”: autentico, vero, necessario. Il Vitangelo Moscarda interpretato da Lo
Verso diventa uomo di oggi, di ieri, di domani. Ed il testo diventa critica di
una società che oggi, come cento anni fa (quando il testo fu concepito), tende
alla partecipazione di massa a svantaggio della specificità dell’individuo. Ma
la sua è una critica volta ad un finale positivo, la scoperta per ognuno di
essere sé stessi, dentro la propria bellezza. L’interpretazione, non manca di
ironia e sagacia, ricca com’è di inflessioni e note di colore tipiche
siciliane, tanto care all’autore del testo, al personaggio e all’attore che lo
interpreta. Una messa in scena mutevole in ogni contesto, nel rapporto empatico
con il luogo e con chi ascolta e che dà forma ad un personaggio, che è uno,
centomila o nessuno, tutti per la prima volta affidati al racconto di una voce.

Lo spettacolo ha debuttato il 29 luglio del
2016, e ha realizzato oltre 70 repliche, registrando nei prestigiosi teatri e
festival italiani e internazionali (tra cui Teatro Comunale di Siracusa, Teatro
Pirandello di Agrigento, Teatro Gobetti Pirandello Festival Torino, Teatro Sala
Umberto Roma, Teatro Mercadante Altamura, Teatro Abeliano Bari, Istituto di
Cultura Italiana a Pechino, Teatro Comunale Corato) quasi ovunque il sold out. Il successo di critica e
pubblico (specie giovanile) ha portato all’ambito riconoscimento del Premio
Franco Enriquez 2017. La cerimonia di consegna si è svolta il 5 agosto a Sirolo
(AN).

Enrico Lo Verso, biografia

È nato
a Palermo nel 1964. Sin da giovanissimo ha frequentato diversi corsi di teatro
per poi approdare al Centro Sperimentale di Cinematografia e all’Istituto
Nazionale del Dramma Antico. Ha iniziato a recitare in diverse produzioni
teatrali, fino al debutto cinematografico del 1988 con
una piccola parte nel film Atto di dolore,
a cui hanno fatto seguito un ruolo maggiore l’anno seguente in Ragazzi Nervosi di Anselmo Sebastiani e
ruoli minori nei film Nulla ci può fermare e Donna d’onore.

Nel 1991 il regista statunitense Michael Lehmann lo ha scelto
per il film Hudson Hawk, il mago delfFurto
al fianco di Bruce Willis. La popolarità nazionale giungerà nel 1992 con il
celebre Ladro di bambini di Gianni Amelio. Sempre per Amelio ha recitato nei film Lamerica (1994) e Così ridevano (1998). Enrico Lo Verso ha preso parte a La scorta di Ricky Tognazzi e a Farinelli – Voce Regina di Gérard Corbiau, che lo renderà popolare anche in Francia.
Nell’ultimo decennio l’attore si è diviso tra televisione e cinema, lavorando
in pellicole come Hannibal di Ridley
Scott, L’educazione fisica delle fanciulle
di John Irvin, Salvatore – Questa è la vita
di Gian Paolo Cugno, Milano-Palermo: il ritorno
di Claudio Fragasso e in fiction come Mosè,
I miserabili e Mogli a pezzi.
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