sabato, 27 Aprile 2024

Apt Basilicata, si apre la terza edizione di Fucina Madre

Dalla ceramica all’arte orafa, dal legno all’uncinetto, dall’arte digitale al recupero di antiche tradizioni manifatturiere. E’ un vero e proprio mosaico dell’eccellenza lucana quello che 44 artigiani, maker e designer, provenienti da ogni parte della Basilicata,...

I Carabinieri della Stazione di Marina di Ginosa (TA) e dell’Aliquota Operativa del N.O.R. della Compagnia di Castellaneta (Ta), hanno dato esecuzione, nei comuni di Castellaneta e Ginosa, ad un servizio coordinato di controllo del territorio, finalizzato a contrastare i reati in materia di caporalato.
Nel corso dell’attività, proprio in Marina di Ginosa, i militari hanno notato un furgone sospetto dove erano stipate numerose persone. Intimato l’Alt procedevano ad un controllo identificando a bordo dello stesso 15 cittadini africani, tra cui un 22enne della Guinea, senza il permesso di soggiorno, ed il loro autista, un 36enne originario del Ciad, residente in provincia di Napoli ma di fatto domiciliato a Castellaneta. Nel corso dell’attività si apprendeva che i braccianti, con la promessa di ottenere una regolare assunzione, erano diretti nelle campagne di Scanzano Jonico e Marconia, in provincia di Matera dove, in questo periodo, la manodopera viene utilizzata per la raccolta delle fragole. Emergeva inoltre che ognuno di loro era costretto a pagare 5,00 euro al giorno per il trasporto sul luogo di lavoro e 50,00 euro al mese per l’affitto del posto letto, presso un caseggiato ubicato in agro di Castellaneta, venendo minacciati, in caso di rifiuto delle condizioni imposte, del mancato rinnovo del permesso di soggiorno, la cui documentazione era trattenuta proprio dal 36enne, autista del mezzo.
Nel corso delle operazioni veniva localizzato il sito in cui gli stessi vivevano in condizioni disumane, un caseggiato ubicato nel territorio di Castellaneta. Considerati gli indizi di colpevolezza a carico del conducente del mezzo, e la flagranza del reato di trasporto e sfruttamento della manodopera clandestina, il 36enne veniva tratto in arresto e, su disposizione del P.M. di Turno presso la Procura della Repubblica del capoluogo jonico, all’esito delle formalità di rito, sottoposto agli arresti domiciliari. All’uomo è stato inoltre contestato anche il reato di intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro (art 603 bis c.p.).
Contestualmente veniva eseguito il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca (secondo quanto previsto dal nuovo impianto normativo anticaporalato), del mezzo utilizzato per il trasporto degli stessi sul luogo di lavoro.
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