venerdì, 29 Marzo 2024

“Con un piede alla fossa e l’altro alla catena…”: il titolo del libro di Stefano De Carolis, Con un piede nella fossa. 1861-1914: storie di malavita barese (LB Edizioni, prefazione del Procuratore di Bari Giuseppe Volpe), presentato ieri pomeriggio a Matera nella libreria Mondadori con il presidente del Movimento Forense d Bari Flavio Luigi Romito, prende spunto dalla formula di giuramento, di un secolo e mezzo fa, dei nuovi adepti ad associazioni malavitose.

Prima di questo volume, che ha il patrocinio del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e la postfazione firmata dal Generale di Divisione Giovanni Cataldo, si pensava che la criminalità pugliese fosse nata nel 1979 con Raffaele Cutolo a Lucera. Grazie alle ricerche di Stefano De Carolis è invece emerso che la malavita imperversava nel territorio pugliese già nella seconda metà dell’Ottocento.

Di particolare interesse la ricostruzione del maxi processo alla malavita del 1891 che portò sulla sbarra degli imputati quasi 200 persone.

Spicca, poi, la storia di Mauro Savino, capoclan che nel 1901 sperimenta tecnica del pizzino per inviare messaggi al di fuori del penitenziario. Il primo pizzino di camorra, un fazzoletto sul quale è stata scritta la “Canzone di Amelia la disgraziata”, fu però sequestrato sul portone del carcere, finì in un fascicolo processuale nell’Archivio di Bari ed è stato ritrovato da De Carolis.  Il pizzino è stato oggetto di perizia grafologica – a cura del Colonnello dei Carabinieri Vincenzo Caiazzo e del dr. Giuseppe Santorelli, membro ordinario Accademia Italiana di Scienze Forensi e dell’Associazione Grafologica Italiana – che ne ha accertato l’autenticità. Il testo è stato anche musicato da Fabio Tassinari, etno-musicologo e comandante della Fanfara a cavallo dei Cavallo di Roma e Antonio Moretti.

Il libro è arricchito, infine, da un glossario della malavita, da alcune foto d’epoca e da un elenco di cantine e taverne di Bari.

Lo stile di De Carolis, asciutto e diretto, rende quella di Con un piede nella fossa una lettura interessante non soltanto per gli “addetti ai lavori”, anche per quanti vogliano approfondire il modo in cui sono nati i fenomeni delinquenziali in Puglia.

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