In seguito alle dimissioni dell’assessore Lucia Gaudiano, per ragioni strettamente personali, il sindaco Domenico Bennardi ha firmato oggi il decreto di nomina di Maria Angela Ruggieri. A quest’ultima in quota Psi andranno le deleghe alle Attività produttive, Scuola,...
“Bosco Bianco nasce tanti anni fa in un periodo molto difficile della mia vita. Avevo appena divorziato e per uno scrittore di romanzi d’amore era una grande sconfitta. La paura di non poter più vivere quotidianamente le mie figlie, il senso di colpa per aver tolto loro una famiglia normale, o la possibilità di addormentarsi con la consapevolezza che in caso di un brutto sogno ci sarebbero stati entrambi i genitori a rassicurarle ha fatto sì che io proiettassi queste cose sul protagonista della mia storia. Un uomo bisognoso di tornare a credere nell’amore e che lotta per recuperare la serenità e per dimostrare alle proprie figlie di essere un buon padre”.
C’è un personaggio al quale è più affezionato?
“Sarebbe facile per me dire Giorgio Betti il protagonista maschile di Bosco Bianco, ma la verità è che il personaggio a cui sono più affezionato è la casa stessa, perché rendersi conto di essere riuscito a creare dal nulla un posto come Bosco Bianco mi gratifica enormemente. Il pensiero di aver dato con la mia fantasia ai lettori un posto da ricordare per sempre come la Tara di “Via col vento”, o la locanda del film “Come un uragano”, o la casa de “Le pagine della nostra vita”, mi fa sentire uno scrittore speciale. Bosco Bianco esiste solo nella mia testa ed ora anche in quelle dei miei lettori ed è troppo bello”.
Il suo romanzo d’esordio, Il primo caffè del mattino, lo ha pubblicato con Sperling&Kupfer: perché ha optato per il self publishing per Bosco Bianco?
“Per uno scrittore pubblicato in otto paesi europei e in Sudamerica e che ha al suo attivo cinque romanzi pubblicati con una delle case editrici leader del Gruppo Mondadori l’autopubblicazione può sembrare una scelta folle, io però la considero più una scelta d’amore, amore per una storia che secondo me meritava di essere letta il prima possibile. Con L’ultimo caffè della sera avevo concluso la mia avventura letteraria con la Sperling & Kupfer, per pubblicare Bosco Bianco con una casa editrice di pari livello avrei dovuto aspettare la primavera del 2020. Per me era troppo tempo, non ho voluto aspettare, così ho deciso di fidarmi della mia storia e dei tantissimi lettori che in questi anni mi avevano sempre dimostrato affetto e stima e mi sono buttato senza rete, anzi con la rete, sul self publishing come fanno tanti coraggiosi esordienti a cui mi dispiace di aver tolto spazio e attenzione. Ma credo che chi ha dentro di sé il fuoco della scrittura possa essere comprensivo e perdonare questa mia invasione di campo”.
Lei lavora in un bar a Roma. Ha mai pensato di dedicarsi completamente alla scrittura?
“Ci ho pensato, ma poi la possibilità di dare ai miei lettori un posto dove potermi trovare sempre, per una dedica, una foto e un caffè preparato da me mi ha fatto capire che sono un privilegiato ad essere un barista scrittore e credo che lo resterò per sempre”.
Quali sono i suoi modelli letterari?
“Il mio libro della vita è Persuasione di Jane Austen, di sicuro le sue storie hanno inciso moltissimo sul mio modo di scrivere. Ma confesso che essere definito il Nicholas Sparks italiano mi gratifica tantissimo perché reputo il libro Le pagine della nostra vita la stella polare che ogni scrittore di romanzi d’amore non può fare a meno di seguire per riuscire a trovare la rotta del proprio cuore letterario”.