mercoledì, 24 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...


Settant’anni e non dimostrarli, settant’anni e continuare a rappresentare un emblema della letteratura italiana: prende spunto dal singolare compleanno del Premio Strega, festeggiato a Roma, tra gli altri eventi, con il convegno “Strega. Un premio che nessuno ha ancora immaginato” –  il 15 giugno dello scorso anno dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci – l’omonimo libro pubblicato da Rizzoli e curato da Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione.
Il ruolo del Premio Strega nella formazione di un canone della narrativa italiana  del Novecento, con i suoi vincitori e i “perdenti di successo”; il modo in cui i libri dello Strega documentano l’evoluzione complessiva della nostra lingua e della sua grammatica; la trasposizione di alcune opere sul grande schermo e i risultati raggiunti; l’impatto del Premio sul mercato editoriale e sulla fortuna degli autori italiani all’estero; l’analisi della lingua dei libri premiati nel decennio 2007-2016: sono queste le tematiche sviluppate da Raffaele Manica, Gabriele Pedullà, Giuseppe Antonelli e Valeria Della Valle  e raccolte nel volume dedicato a Tullio De Mauro, il presidente della Bellonci scomparso il 5 gennaio di quest’anno.
E’ vero, come ha sottolineato Raffaele Manica, che per vincere lo Strega càpita di perderlo almeno una volta – una tradizione inaugurata da Pavese, sconfitto nel 1948 e nel 1949 e vincitore nel 1950, e immediatamente continuata da Alvaro e da Moravia. Resterà inevasa, invece, la domanda se, in rapporto con i vincenti, abbiano maggior peso gli sconfitti o gli scrittori che non hanno mai partecipato: “Lo Strega in genere non è premio da opera prima: l’opera deve essere di rilievo, ma il profilo dell’autore deve essere già almeno delineato, – precisa Manica – ovvero l’autore deve configurarsi tale, avere un passato e aver fornito prove di una qualche importanza, di modo che il Premio attesti anche una certa presenza e continuità. La storia non la scrivono i vincitori, ma la scrivono tutti quelli che la fanno. E il Premio Strega da solo non basta (figurarsi se bastano i vincitori)”.
Ci sono tratti distintivi che accomunano i premiati, fa notare ancora Manica: “(…) romanzi di una certa pacatezza formale, legati alla tradizione, non gibbosi, politicamente avvertiti ma senza che il dato politico prevalga (è stato a lungo il caso del Premio Viareggio). In più, lo Strega non svolge funzione di talent scout (come ha fatto talvolta il Premio Mondello) e la figura dell’autore conta di più, nella maggior parte dei casi, di quanto conti in altri premi (per esempio il Campiello)”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Gabriele Pedullà: “(…) nel corso dei decenni lo Strega è andato assumendo determinate caratteristiche e sviluppando un suo gusto che rende alcuni libri più adatti degli altri a concorrere (per contrapposizione al Viareggio potremmo dire: nessun primato dell’impegno politico, scrittura bene educata, realismo sociale e psicologico). Ma questa “specializzazione” (chiamiamola così), che porta lo Strega a essere sensibile a un tipo particolare di narrativa (e non ad altri) non è necessariamente un male. (…)”.
Nel testo anche la presentazione firmata dall’attuale presidente della Bellonci, Giovanni Solimine, l’introduzione di De Mauro, il progetto fotografico Autoritratti di Flavio Musacchio e Riccardo Ianniello e La galleria contemporanea dei ritratti parlanti di Raffaella Morselli.
Insomma, il volume Strega entra nel cuore squisitamente letterario del Premio mettendo tra parentesi per un attimo tutti i rumors che precedono e tutta la mondanità che accompagna scrittori, editori e amanti dei libri ogni anno il primo giovedì di luglio nel Ninfeo di Villa Giulia.
Il curatore del volume, Stefano Petrocchi (Rieti, 1971), è il coordinatore dal 2006 dei progetti di promozione della lettura della Fondazione Bellonci, di cui assume la direzione nel 2013, ha curato la riedizione di varie opere di Maria Bellonci e la collezione edita da Il Sole 24 ORE “I capolavori del premio Strega”. Segretario del Comitato direttivo del Premio Strega, ha pubblicato nel 2014 il romanzo La polveriera (Mondadori), dedicato al premio e ai suoi protagonisti.
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