sabato, 20 Aprile 2024

La maggior parte degli scrittori rimane “ingabbiata” a vita nel genere che più gli è congeniale (romance, thriller, romanzo storico, giallo…), altri provano a variare senza grande successo, altri ancora (pochi) riescono a confermare la propria bravura e abilità stilistica anche con libri del tutto diversi da quelli che scrivono abitualmente. È il caso, quest’ultimo, di Diego Galdino che con Storia di un ospite (Bertoni Editore) sembra essere un veterano del fantasy e non il “nostro” Nicholas Sparks, appellativo con cui è amato dal pubblico.

Dimenticate le storie d’amore, le atmosfere dolci alle quali ci ha abituato negli anni con i suoi splendidi romanzi e preparatevi a immergervi in una trama particolarissima, che sfida ogni coordinata spaziale e temporale, attinge dalla storia e la stravolge con un protagonista, Lexys, con cui, a detta dello stesso Autore è davvero difficile empatizzare. Non appartiene al Pianeta Terra, dove è precipitato nell’Ottanta avanti Cristo con una capsula di salvataggio. Il suo aspetto è in tutto e per tutto quello di un uomo, la sua mente è però superiore a quella degli uomini, è completamente privo di scrupoli e il suo corpo non invecchia. Ha un piano, conquistare la Terra e, per realizzarlo non c’è niente che possa fermarlo.  In un viaggio dettagliato nel cuore della Storia, in un continuo faccia a faccia con gli uomini più famosi di ciascuna epoca – chi la Storia l’ha fatta – che misteriosamente muoiono, il lettore assiste alle gesta di Lexys.

“Gli abitanti della Terra non meritavano di vivere liberi, essi avevano bisogno di una persona dall’intelligenza superiore, capace di guidarli verso quell’evoluzione tecnologica e mentale utile alla conservazione del loro pianeta. (…) io avrei fatto di meglio, perché non mi sarei limitato alla conquista del potere assoluto ma, una volta ottenutolo, mi sarei prodigato per creare un’unica razza di uomini, perfetta nel fisico e nella mente, eliminando a poco a poco tutti quei difetti che rendevano l’essere umano vulnerabile alle malattie, alla fame e allo scorrere del tempo”.

Visionario, perfido, megalomane: Galdino è riuscito a tratteggiare un personaggio che colpisce, un “cattivo” che sembra incredibile essere nato dalla stessa penna di decine di storie delicate, che hanno fatto sognare migliaia di lettori. Segno che anche questa nuova scommessa, per il “barista-scrittore”, è vinta.

“Chi ero io? A volte, mi guardavo allo specchio e mi chiedevo se Lexys fosse mai esistito. Erano secoli che camminavo per il mondo alla ricerca di un qualcuno o di un modo che mi permettesse di impossessarmi di questo pianeta, ma in quel momento mentre fuggivo tornando me stesso, mi resi conto che forse alla fine era lo scopo stesso che mi ero prefisso a essersi impossessato di me, privandomi di tante cose importanti. Per esempio nelle vite che avevo rubato, non c’era mai stato posto per l’amore.”

A contrastare Lexys una famiglia che da secoli si tramanda la missione di fermarlo, una corsa contro il tempo e contro le sue astute macchinazioni. Coinvolgente e ritmato, Storia di un ospite segna il debutto nel fantasy di Galdino.

L’Autore (classe 1971) vive a Roma, e ogni mattina si alza mentre la città ancora dorme per aprire il suo bar dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Definito da Il Messaggero il “Cinderella Man della letteratura”, è uno scrittore di successo internazionale, tradotto nei Paesi di lingua tedesca, spagnola e in Polonia, Bulgaria e Serbia. Ha esordito con il romanzo Il primo caffè del mattino, di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici in Germania. Mi arrivi come da un sognoVorrei che l’amore avesse i tuoi occhiTi vedo per la prima voltaL’ultimo caffè della sera, sono tutti pubblicati con Sperling&Kupfer, mentre Bosco bianco è stato autopubblicato per una scelta di cuore. Ha scritto anche Una storia straordinaria (Leggereditore) e Principessa Saranghae (Bertoni editore.

Rossella Montemurro

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