"La gentilezza salverà il mondo". Viene in mente il titolo del libro di Albert Altenahr per raccontare il bel gesto di un maresciallo della Guardia di Finanza che ha svolto servizio ai seggi elettorali nella scuola primaria dell'Istituto Comprensivo n. 2 di corso...
C’è anche la Basilicata tra le regioni in cui sono scattate 7 denunce della Polizia Postale sull’uso degli stickers dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori) su WhatsApp.
Ricorrenti in ogni tipo di chat – da WhatsApp a Messenger passando per Telegram e Instagram – sono potenzialmente un problema quotidiano, possibili diffusori di contenuti antisemiti o pedopornografici.
“Postate con la testa”, questo l’annuncio della polizia postale. “Negli ultimi mesi anche WhatsApp, sulla scia dei propri competitor, ha offerto agli utenti la possibilità di utilizzare, accanto a emoj e gif.
I pacchetti di stickers, messi a disposizione dall’applicazione stessa, offrono anche la possibilità di crearne di personalizzati, ricavandoli da fotografie reali, tramite diverse App gratuite, disponibili per iOS e Android, che ne consentono la modifica”.
Si rivolgono, poi, agli adolescenti: “i quali, tuttavia, spesso ne fanno un uso improprio, diffondendo adesivi digitali dai contenuti illeciti (pedopornografici, xenofobi, discriminatori).
“Comportamenti, questi, che configurano reati gravi”.
Si consiglia, ai genitori di: “sensibilizzare i ragazzi ad un uso consapevole della rete e, in particolare, dei sistemi di instant messaging (WhatsApp, Telegram, etc)”.
Infine: “vigilare sul materiale (video, foto, stickers) che i ragazzi condividono” e “rivolgersi alle forze dell’ordine per segnalare situazioni riconducibili a tale fenomeno”.
La raccomandazione ai giovani della Polizia Postale: “Non create né partecipate a ‘gruppi’ il cui fine è la diffusione di immagini a sfondo sessuale, razzista ed offensive nei confronti di persone diversamente abili”.
“Non diffondete o scaricate stickers di tale contenuto” e “Se siete a conoscenza che avvengano tali ‘fenomeni’ tra i vostri amici, parlatene con un adulto di riferimento (genitore, docente, allenatore)”.