giovedì, 18 Aprile 2024


Geo o Paolo, la tempesta o il sereno, l’instabilità o la quiete, l’incertezza o il nido sicuro – la casa sull’albero. Scegliere non è mai semplice, ogni scelta comporta una dose di rischio, si può perdere qualcosa o arricchirsi all’improvviso.

Nel terzo volume diShake my colors(Sperling & Kupfer) di Silva Montemurro,Insieme oltre la notte, Laura deve inevitabilmente scegliere ma fino alle ultime pagine, ciò che sceglierà non sarà mai definitivo. Laura, una promessa del pattinaggio sul ghiaccio, ci fa tenerezza persa nei suoi 17 anni e nel suo mondo in bianco e nero (è affetta da acromatopsia, una malattia che non permette di vedere i colori).

Se nel primo volume diShakeLa mia luce sei tu, il lettore aveva conosciuto il microcosmo di una Laura sedicenne, nel secondo (Persa nel buio) ci si accorge che Laura diventa improvvisamente adulta e, nel terzo, la ragazza si scontra con tutte le contraddizioni e le scelte, appunto, che la vita le mette di fronte: «Non avrei mai immaginato che sarebbe potuto succedere. Mi ero convinta che lui sarebbe stato parte di me per sempre. Ma prima o poi, se non scegli tu, è la vita a farlo per te.»

Con la sua ex rivale, Prisca, c’è ormai un’alleanza forte che continua al di fuori degli allenamenti, soprattutto dopo l’arrivo di una Barbie in carne e ossa, l’americana Sharon. Intraprendente e senza scrupoli, oltre ad essere anche lei un’ottima pattinatrice, Sharon fa perdere la testa a Paolo – Laura ha, insomma, un motivo in più per odiarla. Proprio quando potrebbe finalmente avere una relazione serena con Geo – sempre più innamorato – il solo pensiero che Paolo sia tanto attratto da Sharon, la sconvolge impedendole di investire sul rapporto con l’affascinante barman.

Sul fronte familiare Laura continua la sua lotta con una mamma troppo ansiosa – o troppo protettiva? – almeno fin quando non scopre un segreto nel passato di Rossella che potrebbe avere inimmaginabili conseguenze nel presente.

Una trama scritta con cura e solo in apparenza semplice: l’amore, l’amicizia, la complessità dei legami sono tematiche affrontate con cura e passione dall’autrice.

Lo stile della Montemurro è diretto con dialoghi efficaci e situazioni che, pur ricalcando il genere young adults –la trilogia è stata, in un certo senso, “testata” con successo dai giovani lettori su Wattpad – al quale i libri diShake sono rivolti, riescono a coinvolgere anche altre fasce di lettori.

Una curiosità: Silvia Montemurro ha origini lucane. Pur essendo nata a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il nonno paterno, Pietro Paolo Montemurro, era di Pignola e l’autrice ha iniziato a conoscere e amare la Basilicata proprio grazie ai racconti del nonno.

A parte i protagonisti diShake my colors, nel terzo volume sono due i personaggi che rimangono impressi per motivi diversi: Sharon, ragazza di una bellezza mozzafiato ma con un’indole al limite della perfidia e Mario, il papà di Laura, un persona che sembra avere una bontà d’animo esagerata. Per descrivere queste due figure si è ispirata a qualcuno in particolare?

“Non esattamente. I personaggi sono scaturiti dalla mia testa, ma se ci rifletto bene ho incontrato molte Sharon, nella mia vita. Belle e convinte di poter avere tutto semplicemente grazie alla loro bellezza. Di Mario, invece, purtroppo, ne avrò incontrati un paio al massimo. Ma ne è valsa la pena”.

 Accanto ai tormenti adolescenziali ritroviamo anche quelli degli adulti – i genitori di Laura e Paolo -, corsi e ricorsi che sembrano seguire un destino beffardo. Da dove ha preso spunto per la vicenda dei genitori dei due protagonisti che, in un certo senso, procede in parallelo con quella dei ragazzi?

“La madre di Laura non la contava giusta fin dall’inizio. Ho sempre saputo che nascondeva un segreto. Non ho preso spunto da qualcosa in particolare, ma semplicemente a un certo punto i personaggi mi hanno fatto capire che c’era un filo conduttore, qualcosa che si ripeteva, come hai detto tu. Perché a volte l’amore è un cerchio di storie intricate e simili, che si confondono l’una con l’altra”.

 Da sempre nei suoi romanzi c’è un’attenzione particolare alla psiche umana, alla marginalità – in Shake my colors penso all’acromatopsia di Laura e al disagio di Lina. Da dove nasce questo bisogno di far luce su ciò che, in una società come la nostra, si tende a tenere nascosto?

“Dal fatto che, appunto, nella vita spesso non se ne parli. Si tenda a minimizzare, a dire “no, ma sta bene”, soprattutto quando il disturbo è, o pare essere, di tipo lieve. Dal fatto che non ci sia cura e amore per i dettagli, per le cose nascoste male, che però non sfuggono all’occhio attento. Quante persone avrebbero bisogno di essere ascoltate e nessuno lo fa? A me piace ascoltare anche i dolori lievi, quelli che all’apparenza “passano””.

L’ultimo volume della trilogia si chiude in modo inequivocabile. Senza fare spoiler, lei non ha voluto mezze misure per i protagonisti diShake my colors, il suo epilogo pur prestandosi ad un sequel è perentorio. Dobbiamo interpretarlo come un atto di fiducia nei confronti dei suoi lettori, dopo averli tenuti sulla corda per pagine e pagine?

“Decisamente. Chiudere con un’indecisione li avrebbe uccisi. Scherzi a parte, Laura prima o poi doveva scegliere.  O qualcuno l’avrebbe fatto al posto suo”.

 Cosa c’è nel futuro letterario di Silvia Montemurro?

“Una bellissima sorpresa. Qualcosa di inaspettato, che ha le ali leggere di una farfalla, ma che spero riuscirà a volare in alto”.

La Montemurro oltre ai libri ama la danza, gli asini e i viaggi. Insegna teatro nelle scuole, fa la correttrice di bozze e scrive romanzi brevi per Confidenze. Il suo romanzo d’esordio,L’inferno avrà i tuoi occhi, pubblicato nel 2013 da Newton Compton, è stato segnalato dal comitato di lettura del Premio Calvino. Per la Sperling ha pubblicato lo scorso annoCercami nel vento.

Rossella Montemurro
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